Fotografare Reynisfjara Black Sand Beach

Fotografare Reynisfjara - www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan
Fotografare Reynisfjara Black Sand Beach

Sapevo di voler passeggiare lungo questa bellissima spiaggia nera fin da prima della partenza, quando il viaggio in Islanda era ancora una speranza più che una certezza. Reynisfjara, più nota come Black Sand Beach tra coloro che ancora non hanno dimestichezza con i nomi islandesi, è la più famosa spiaggia d’Islanda. Non a caso nel 2017 è stata inserita tra le 50 spiagge più belle al mondo.

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Come raggiungere Reynisfjara

Reynisfjara si trova a 10 minuti d’auto da Vík í Myrdal, nell’Islanda meridionale. Vík si trova a circa 2 ore e mezza da Reykjavik, per cui è possibile visitarla con una gita in giornata se volete fare base sempre a Reykjavik. Noi (come raccontiamo in Islanda in 7 giorni) ci siamo andati il quarto ed il quinto giorno, come tappa intermedia tra il Parco Nazionale di Skaftafell (dove abbiamo fotografato la cascata di basalto nero Svartifoss) e il Solheimasadur Plane Wreck, la tappa che Corrado non si sarebbe perso per nulla al mondo.

Vík è un paesino carinissimo, in cui è consigliabile fare tappa per chi sceglie di fare una vacanza on the road in Islanda. Qui si trova tutto quello di cui si ha bisogno, cosa non scontata vista la dimensione di alcuni paesini islandesi che assomigliano di più ad agglomerati di case che non a paesi veri e propri. Noi abbiamo scelto di fermarci a dormire nel campeggio del posto, uno dei pochi veramente attrezzati in Islanda.

Da Vík raggiungere Reynisfjara è semplicissimo: prendete la Ring Road in direzione Reykjavik e fate una svolta a sinistra quando incrociate la strada 215. Lasciate l’auto al parcheggio del ristorante/punto di ristoro che si trova esattamente all’inizio della spiaggia e da lì procedete a piedi.

 

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Reynisfjara e Reynisdrangar, quando la bellezza nasconde il pericolo

Non fatevi ingannare dalla bellezza di questa spiaggia meravigliosa, con le scogliere di basalto nero (Reynisdrangar) che si scontrano con l’Oceano Atlantico. Questa location, proprio perché in apparenza molto quieta e innocua, è estremamente pericolosa.

L’ho scritto più volte in questo blog, ma sento che è d’obbligo ribadirlo in questo articolo: mai mettere a repentaglio la nostra vita per una fotografia. Dobbiamo sempre essere consci dei pericoli intorno a noi per poterci concentrare sulle nostre fotografie.

Il pericolo più grande di questa spiaggia deriva dalle onde dell’Oceano Atlantico. Ci sono vari punti dove i fotografi si spingono per avere una migliore visuale delle scogliere, che in un attimo possono trasformarsi in trappole mortali a causa delle correnti di risacca delle onde che ti colgono alla sprovvista. Nel 2017 una donna tedesca in viaggio con la sua famiglia è morta proprio per questo motivo. Il mio primo consiglio quindi è di tenere sempre sott’occhio le onde, anche quando si sta semplicemente camminando lungo la riva della spiaggia. Ho letto molti racconti di fotografi che hanno vissuto esperienze a rischio vita in questo luogo e sono stati miracolosamente graziati.

Il secondo pericolo proviene dalla grotta, dove c’è la possibilità che si stacchino dei pezzi di basalto, come è avvenuto nel 2013.

Il terzo pericolo è dato proprio dalla scogliera in sé. Molti turisti (parlerò di questo nel prossimo paragrafo) hanno preso l’abitudine di scalare le colonne di basalto per farsi fotografare sulla scogliera. Il basalto è molto scivoloso, quindi è consigliabile stare ben attenti prima di cimentarsi nella scalata.

Se non bastassero queste righe per scoraggiare comportamenti sconsiderati, vi consiglio di leggere attentamente quest’articolo di Guide to Iceland in cui si parla proprio della pericolosità di questa spiaggia.

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Consigli fotografici

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Evitare i turisti.

Come già anticipato ci siamo diretti a Reynisfjara il quarto giorno del nostro viaggio on the road in Islanda. Erano le 5 del pomeriggio ed ingenuamente pensavamo di passeggiare per la spiaggia in attesa del tramonto, così da avere la luce della golden hour nelle nostre fotografie. Mai, in anni di programmazione delle tappe dei nostri viaggi, mi sono sbagliata così tanto. Il parcheggio era pieno di auto e pullman, la spiaggia era piena di persone che manco Rimini in agosto e la scogliera con le colonne di basalto ricoperta di persone in posa per una fotografia da mettere su instagram.

Mi sono venuti i brividi.

Abbiamo atteso un po’, nella speranza che la gente se ne andasse, con il solo risultato di aver atteso una pioggia torrenziale che ha reso il nostro ritorno in campeggio non propriamente piacevole.

Per chi, come noi, è intenzionato a fotografare la spiaggia deserta, consiglio la solita levataccia all’alba. A quell’ora la massa di turisti è ancora nel lettone al calduccio, quindi avrete la spiaggia totalmente per voi e per pochi altri fotografi che sono molto attenti a non disturbarsi tra di loro.

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Inserire persone nelle nostre fotografie.

Nonostante i turisti complichino la vita a noi fotografi, è interessante approfittare delle persone intorno a noi ed inserirle nelle nostre inquadrature. Noi ad esempio ci siamo imbattuti in due troupe che giravano video. Cogliendo l’occasione di una loro pausa ho chiesto il permesso di usare i modelli come soggetti delle mie fotografie, cosa che hanno accolto di buon grado.

Un consiglio che posso dare a chi volesse seguire questa strategia è il seguente, che un po’ ricalca quanto detto da Corrado in Fotografare uno sconosciuto Parte I e Parte II: essere sempre gentili, avere bene in mente il risultato che vogliamo ottenere ed essere rapidi, in modo da non sottrarre molto tempo alle persone che ci hanno gentilmente offerto la loro collaborazione. In totale, abbondando, non penso che il tutto mi abbia preso più di un paio di minuti.

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Vagare.

Il bello di Reynisfjara è che potete prendervi tutto il tempo del mondo per fotografarla, compatibilmente con la tabella di marcia del vostro viaggio. Quindi il mio consiglio è quello di vagare:

  • fisicamente, camminando in lungo e in largo per trovare punti di vista diversi;
  • mentalmente, per dare libero sfogo alla nostra creatività.

Io non ho avuto il coraggio di avvicinarmi agli scogli, per fare la classica fotografia con le onde in primo piano e gli scogli come sfondo. Ho preferito dedicarmi alla ricerca di inquadrature che esprimessero la pace e la melanconia che provavo guardando l’Oceano Atlantico all’orizzonte.

 

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