I CONTRASTI

I contrasti. Tutta la fotografia, la più grande fotografia mai fatta, ma oserei dire tutta l’arte e la comunicazione non verbale, è fondata attorno a questo concetto.

Potrei riempire quintali di pagine di esempi di grandi capolavori dell’arte che ruotano attorno al concetto di contrasto. Dalla Scuola di Atene di Raffaello in cui vediamo contrapposti al centro dell’affresco le due scuole di pensiero rappresentate da Aristotele e Platone fino ad arrivare alle straordinarie campagne di Benetton firmate da Oliviero Toscani tra cui ricordiamo ad esempio quella del bacio appassionato fra un prete ed una suora.

Perché? Perchè è nella natura umana amare i contrasti. I contrasti sono ciò che trasforma una cosa noiosa in molto interessante. Sono il pepe che andiamo a mettere su un piatto per esaltarne il gusto. Sono la base della costruzione di un linguaggio non verbale poetico.

I contrasti li possiamo trovare sotto diverse forme. Solitamente amo distinguere i contrasti in tre tipologie.

  • us_513La prima categoria sono i contrasti cromatici. Il contrasto nell’immagine deriva dalla giustapposizione di elementi cromatici contrastanti fra di loro. Per esempio avremo un forte impatto se inseriamo un elemento di colore caldo in una composizione composta prevalentemente da torni freddi.
  • us_015La seconda categoria è quella dei contrasti formali. In questo caso il contrasto non è più dettato da cromatismi antitetici bensì da forme opposte. Tale contrasto si presta bene nella fotografia in bianco e nero, in quanto l’assenza di colore tende a mettere in evidenza linee e forme. Contrasto formale lo troviamo ad esempio fra le forme frammentate e quelle omogenee, fra elementi lineari e curvi, geometrici ed organici ecc.

 

  • us_120Il terzo ed ultimo caso è quello dei contrasti concettuali. Il contrasto in questo caso non deriva né da una contrapposizione di colori né di forme, piuttosto da un ragionamento. Il contrasto dunque in questo caso nasce non dall’istinto ma dalla conoscenza. Nasce solo grazie alla conoscenza degli elementi che compongono l’immagine e al loro valore simbolico, ovvero a ciò che rappresentano. Ad esempio il caffè e il tè in sè non sono elementi a contrasto in quanto entrambe sono bevande calde, da colazione e di colore vagamente simile. Il contrasto nasce dalla nostra conoscenza, ovvero dal fatto che il caffè lo associamo ad una bevanda che beviamo spesso in piedi e velocemente, il cui scopo è quello di fornirci una carica di energia extra. Il tè invece lo associamo ad un rituale lento, da fare in compagnia, seduti, per ritrovare un attimo di pace e spiritualità in una giornata frenetica. Sono proprio i contrasti concettuali quelli che creano maggior interesse in un’immagine, offrendoci la possibilità di “leggere” una storia. Amo molto quest’immagine che ho scattato qualche anno fa a Manhattan in quanto, pur essendo un’immagine semplice e non particolarmente eclatante, trovo che abbia un valore simbolico molto forte. Abbiamo pochissimi elementi che la compongono. Dei cieli nuvolosi sullo sfondo, la silhouette di due edifici e, sui due terzi contrapposti, due elementi. Da una parte una croce cristiana e dall’altra la oldglory, la bandiera a stelle e strisce. Trovo molto forte e molto distante la differenza che intercorre fra i due elementi che in qualche modo rappresentano il potere politico e spirituale che governano il mondo.


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