LA FIGURA UMANA

Essendo la nostra visione del mondo tendenzialmente antropocentrica, ovvero che pone l’uomo e l’umanità al centro di ogni cosa, così come esistono innumerevoli regole di composizione non possono mancare delle regole che vanno a definire i vari modi in cui inquadrare la figura umana.

Il Campo Lungo

us_400Partendo dall’inquadratura più larga la prima che incontriamo è detta campo lungo. In questa inquadratura, spesso fatta orizzontalmente (o in formato landscape) l’uomo occupa una piccola porzione del frame. In questo modo l’uomo risulta piccolo, se vogliamo schiacciato dall’ambiente che lo accoglie. In questo caso l’accento è posto sull’ambiente e ciò che conta dell’uomo è limitato a un macrolinguaggio del corpo. Difficilmente infatti sarà possibile andare a scorgere eventuali sentimenti espressi dal volto.

La Figura Intera

us_008Stringendo il campo la seconda inquadratura che troviamo è la figura intera. Generalmente questo è uno scatto che viene fatto verticalmente (o in formato portrait) e la figura occupa per quasi la sua interezza il frame. Il corpo umano è inquadrato dalla testa ai piedi, generalmente lasciando un po’ di aria sopra la testa. In questo caso ovviamente l’accento è posto sull’uomo, mentre l’ambiente occupa una piccola porzione attorno alla figura, quasi come a voler essere un contorno del soggetto. Particolare importanza in questo caso l’hanno sia l’ambiente circostante che il linguaggio del corpo, mentre relativamente importante è il linguaggio del volto.

Il Piano Americano

us_173Proseguendo nel nostro progressivo restringimento del campo la successiva inquadratura è quella detta piano americano. Questo termine è mutuato dal cinema, di cui la fotografia ne è parente, cugina se vogliamo. Viene definito piano americano proprio perchè nel cinema, che ovviamente è inquadrato solo utilizzando il formato orizzontale, quando si andava a inquadrare la figura intera ci si rendeva conto che risultava troppo piccola rispetto al mondo circostante. Così nel genere western è stato inventato questo modo di inquadrare che è una via di mezzo fra una figura intera e il mezzo primo piano (o mezzo busto). I piani americani solitamente si distinguono in piano americano al ginocchio e piano americano alla vita. Nel primo caso il taglio della figura sarà appunto dalla testa fino al ginocchio, lasciando sempre un po’ di spazio sopra il capo. Il secondo sarà leggermente più stretto e, come il nome suggerisce, il taglio sarà alla vita . Questo taglio tende a portare l’attenzione verso la parte alta del corpo, in particolare sarà importante il linguaggio di braccia e mani oltre al volto che, ora, inizia a diventare parte fondamentale della composizione.

us_009

Il Mezzo Busto

L’inquadratura successiva al piano americano è il mezzo primo piano, detto anche mezzo busto. Tale nome deriva dalla statuaria classica, anche se effettivamente in fotografia ha preso una connotazione più larga, in quanto mostra una maggior porzione della figura. E’ estremamente utilizzato in televisione, specialmente dai giornalisti ed è un’inquadratura che prevede di riprendere la figura dal capo al petto. Solitamente viene scattato verticalmennte, anche se non è una regola imprescindibile. Con il mezzo busto entriamo nella famiglia dei primi piani, in cui la forza espressiva del volto diventa fondamentale per il messaggio che vogliamo trasmettere.

Il Primo e Primissimo Piano

Quando vogliamo fotografare una persona, il primo piano è forse una delle inquadrature più usate, sopratutto nella ritrattistica. Il taglio è stretto, quasi claustrofobico, l’ambiente attorno al soggetto è inesistente o ridotto ai minimi termini, anche qui l’inquadratura è spesso verticale e può includere dal capo fino alla clavicola, anche se alcuni lo stringono ulteriormente inquadrando solo da poco sopra la fronte fino a poco sotto il mento. La scelta è abbastanza soggettiva.

saraOvviamente con questa inquadratura il protagonista indiscusso è il volto e l’accento viene posto in particolare sugli occhi, che devono riuscire a raccontare tutto. Alcuni inseriscono una mano all’interno della composizione anche se lo sconsiglio, soprattutto quando si è alle prime armi, in quanto tali elementi andranno a rendere più complessa la composizione. Della stessa famiglia è il primissimo piano. Nel primissimo piano l’inquadratura si concentra ulteriormente rispetto al primo piano. Il volto (ovvero bocca naso e mani) occupa l’intera totalità del frame rendendo la fotografia estremamente densa, quasi soffocante. E’ un taglio piuttosto desueto che andremo ad usare solo quando vogliamo che il protagonista della nostra immagine sia il volto stesso (o più specificamente gli occhi). Infatti in questo caso abbiamo praticamente un’assenza completa del mondo circostante, rendendo in qualche modo il protagonista estraneo a qualsiasi ambiente esterno.

I Dettagli

Oltre a queste categorie potremmo aggiungere anche quella dei dettagli. Fondamentalmente i dettagli sono, come lo stesso nome suggerisce, dettagli di parti del corpo. In questo caso il focus non è necessariamente sul volto, ma può essere anche su altre parti della figura umana. Ad esempio possono essere una mano, un occhio, una parte del labbro, l’ombelico ecc. Solitamente sono inquadrature evocative, emozionali e con tendenza all’astrazione che richiedono una lente macro.


freccia-sx