Mi accorgo solo ora che avrei potuto seguire un percorso alfabetico nel descrivere i “distretti cinematografici” al centro di questi ultimi articoli. Partire dalla B di Bollywood, passando quindi per la H della mecca del cinema per antonomasia e concludere infine con la N di Nollywood, la nuova realtà nigeriana del cinema africano. Avremmo perso tuttavia il senso geografico del tragitto, da est a ovest; o quella sensibilità romantica che ci accompagna dall’alba al tramonto, dall’oriente indiano all’estremo occidente di Los Angeles. E aveva senso, dopotutto, lasciare per ultima quella Hollywood dalla quale, in un modo o nell’altro, sono germinate le altre industrie cinematografiche sorelle – cugine? – in giro per il mondo. Siamo poi sinceri: benché la passione per la settima arte ci conduca verso lidi inesplorati, è indubbio che gli Stati Uniti rappresentino l’orizzonte dal quale, bene o male, siamo partiti tutti. Basta rispondere a questa domanda: quali sono i film dell’infanzia che non dimenticheremo mai? Chi risponde citando Traffaut o classici europei è un bugiardo e meriterebbe di essere giustiziato in pubblica piazza assieme a Ivan il terribile, il cane appartenuto allo zar Nicola, e fucilato come nemico del popolo sulla piazza rossa.