Fotografare l’Aurora Boreale

Fotografare l'Aurora Boreale - www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan
Fotografare l'Aurora Boreale

Quando abbiamo preso la decisione di visitare l’Islanda la scelta del periodo non è stata di certo facile. Se durante l’estate l’isola offre una serie di notevoli benefici fra cui clima mite e lunghe giornate di luce, dall’altra l’autunno e l’inverno offrono la possibilità di vedere (e di immortalare) una delle più stupefacenti bellezze che la natura può offrire: l’Aurora Boreale.

L’Aurora Boreale infatti è visibile solo in certo periodo dell’anno. Il perché è molto semplice. Per vederla servono innanzitutto delle condizioni di completa oscurità, le quali non sussistono nei mesi estivi. Per tale ragione io e Sara abbiamo deciso di posporre la nostra partenza ai primi di settembre, nella speranza di avere qualche chances (seppur minima) di riuscire a vederla. Beh, sembrerà assurdo, non solo siamo stati così fortunati da vederla, ma ci è successo in uno dei posti più magici di tutta Islanda. La famosissima Diamond Beach, proprio a ridosso della Glacier Lagoon.

Per spiegare come fotografare al meglio abbiamo preparato una guida passo passo per aiutare chi vorrà andare come noi a caccia di Aurora Boreale nel profondo nord.

PIANIFICAZIONE

Lo so, lo diciamo ogni volta. La pianificazione è parte essenziale della fotografia. Sì, ma questa volta un po’ di più. Infatti il termine caccia fotografica viene spesso associato al tentativo di fotografare l’Aurora Boreale. Tale termine rende bene la difficoltà che un fotografo può affrontare quando intraprende un progetto come questo. Infatti anche se siamo nella giusta stagione devono sussistere altri requisiti:

  1. Trovare un cielo scuro. Il metodo più facile è quello di farsi aiutare dalla tecnologia e ricorrere a app come Dark Sky Finder (Le 10 App da avere per un viaggio fotografico). Senza un cielo scuro sarà infatti molto difficile riuscire ad avvistarla. La condizione ideale prevede anche l’assenza di luna, in modo da garantire un’oscurità (quasi) totale.
  2. Trovare dei cieli sereni. Questa è stata per noi la parte più difficile. Come abbiamo già raccontato nel diario di viaggio Islanda in 7 giorni seguivamo ossessivamente le condizioni climatiche e le attività dell’Aurora, ma purtroppo, com’è normale che sia in Islanda, abbiamo trovato moltissimi cieli coperti. Un cielo coperto rende ovviamente impossibile avvistarla, in quanto le nuvole ne coprono l’attività. Infatti il nostro incontro con l’Aurora Boreale, benché sconvolgente e mozzafiato, è durato pochi minuti. Le nuvole hanno ben presto preso il sopravvento sul cielo sereno, decretando la fine dei giochi.
  3. Trovare una forte attività. Già perché non basta essere nel mese giusto, nel posto giusto e con le condizioni meteo giuste. Per avvistare l’Aurora Boreale deve innanzitutto esserci attività. In secondo luogo deve essere piuttosto “forte” o meglio ancora “estrema”. L’Aurora Boreale è infatti causata da una particolare condizione delle radiazioni solari quando entrano in contatto con la ionosfera terrestre. Se tali condizioni non sussistono niente Aurora. Un po’ come una particolare condizione meteorologica; ad esempio non nevica se le temperature sono superiori a 0. E proprio come per il meteo esistono dei siti di previsione di attività boreale (fra i tanti segnaliamo http://en.vedur.is/weather/forecasts/aurora/ e http://www.aurora-service.eu/aurora-forecast/). Un’altro consiglio è quello di unirsi a un gruppo di cacciatori di Aurore su Facebook. Ad esempio noi abbiamo seguito Northern Lights Alert, dove trovi gente che in tempo reale segnala dove viene avvistata. Per la nostra esperienza è stato utilissimo.

COMPOSIZIONE

Per prima cosa trovate la giusta composizione. il termine “giusta” è ovviamente relativo, in quanto in fotografia non c’è mai un giusto o sbagliato assoluti. Le regole di composizione per la fotografia notturna e per l’astrofotografia sono le stesse della fotografia (in termini generali). Tuttavia se avete bisogno di qualche consiglio sulle regole di composizione potreste dare un’occhiata ai nostri articoli dedicati (20 Regole di Composizione: I Parte).

Nel nostro caso abbiamo deciso di creare una composizione con un’enorme blocco di ghiaccio che si era da poco staccato dal ghiacciaio e che l’acqua aveva trasportato sulla spiaggia. Grazie all’uso di un grandangolo spinto (17mm) abbiamo quindi cercato una sorta di dialogo fra il grosso pezzo di ghiaccio in primo piano e la sinuosa danza dell’Aurora Boreale sullo sfondo.

EQUIPAGGIAMENTO

Reflex o mirrorless. Già, perché con lo smartphone, anche se di ultima generazione, sarà estremamente difficile riuscire a fotografarla. L’ideale è una reflex (o mirrorless) di buona qualità e, soprattutto, che gestisca bene il rumore ad alti Iso.

Obiettivo. Indipendentemente dalla lunghezza focale che preferite (anche se generalmente il grandangolo è la scelta più logica) serve un’ottica luminosa. Scattiamo al buio, quindi, maggiore sarà l’apertura di diaframma, meglio è. F 2,8 è ideale anche se F 4 può comunque andar bene

Cavalletto. Ovviamente scattando al buio i tempi di scatto si allungheranno. Un robusto cavalletto è d’obbligo.

Scatto remoto. Per la stessa ragione per cui è d’obbligo il cavalletto l’uso di uno scatto remoto è caldamente consigliato, in quanto la pressione del nostro dito sul tasto di scatto rischierebbe di muovere il cavalletto. In caso non ne aveste uno consiglio di acquistarlo prima della partenza. Se proprio il vostro budget non lo consentisse potrete ricorrere alla funzione autoscatto.

Protezione dal freddo. Fotografare l’Aurora Boreale implica lunghe attese. E queste lunghe attese sono in luoghi maledettamente freddi. Non c’è nulla di peggio che soffrire per aspettare una foto. Copritevi abbondantemente, dalla testa ai piedi. E lo dice uno che non soffre affatto il freddo.

MESSA A FUOCO

Un po’ come per la Via Lattea (Joshua Tree Desert: Fotografare la via Lattea) anche fotografare l’Aurora Boreale richiede una certa accuratezza nella messa a fuoco che va eseguita rigorosamente a mano, in quanto al buio sarà impossibile riuscire a far funzionare appropriatamente il sistema autofocus.

Per farlo il metodo più efficace è quello di cercare il fuoco verso l’infinito, ma non completamente su infinito. Se mettete su infinito infatti il rischio è che il fuoco sia oltre il vostro soggetto rendendo la foto leggermente fuori fuoco. Grazie alla tecnologia digitale si ha la fortuna di avere un’anteprima che ci consente di verificare anche questa informazione. Perché non sfruttarla? Siete soddisfatti del fuoco? Bene, non toccatelo più, magari assicurando la ghiera con un piccolo pezzo di nastro adesivo. Non siete convinti? Ritentate facendo piccoli aggiustamenti.

Ovviamente tale operazione risulterà più semplice se utilizzerete un grandangolo, in quanto la profondità di fuoco è maggiore rispetto a lenti normali o tele.

Ci sono altri metodi per trovare la giusta messa a fuoco. Un valido suggerito da un collega prevede di regolare il fuoco manualmente tenendo attiva la funzione Live View con lo zoom di visualizzazione sul dettaglio che vogliamo a fuoco.

SETTAGGI DI SCATTO

Formato. Raw, ovviamente. Sapete come per me esista solo questo formato, in quanto non scatto mai (e ripeto mai) in Jpeg. Però preferisco in questo caso specificarlo. Se siete quelli che di solito scattano in Jpeg, beh, in questo caso evitate. Il file avrà bisogno di essere lavorato in Sviluppo e scoprirete presto che avrete bisogno del massimo che la vostra macchina fotografica può offrire.

Bilanciamento del Bianco. Benché sia possibile cambiare questo valore in post produzione generalmente è sempre bene visualizzare al meglio l’immagine in fase di scatto. Diciamo che valori compresi fra i 3000° K e i 4000° K dovrebbero già dare all’immagine il giusto appeal.

Diaframmi. L’idea è quella di far entrare la maggior quantità di luce nel minor tempo possibile. Per questo consiglio fortemente di lavorare con valori di diaframma che variano fra f 2,8 e f 4. Anche se avere una lente che arriva a valori inferiori a f 2,8 sconsiglio di utilizzarli in quanto rischiereste di avere decisamente troppo poca profondità di fuoco.

Otturatore. Il tempo di scatto deve essere rapido. Certo non rapido come se stessimo fotografando l’arrivo di una gara automobilistica, ma scordatevi otturatori aperti per 30’’ o più. Se infatti questo è vero quando fotografiamo la Via Lattea lo è ancora di più per l’Aurora Boreale. L’Aurora si muove, e piuttosto velocemente anche. Per chi non l’avesse mai vista il movimento è unico in quanto, un po’ come una danza, si muove nel cielo avanti e indietro, disegnando delle forme sinuose che continuano a variare. La sua velocità è maggiore di quella di un gruppo di nuvole in una giornata ventosa. Per tale ragione i tempi devono essere per forza di cose relativamente veloci per non creare effetti mossi, che renderebbero illeggibile la caratteristica forma dell’Aurora. Il mio consiglio è quello di utilizzare tempi che vanno da T 5’’ a T 10’’. L’idea di base è avere un tempo sufficientemente rapido da congelarne il movimento, ma non troppo rapido al fine di far entrare la maggior quantità di luce possibile.

Iso. Nel triangolo dell’esposizione questo è il valore che dovrete determinare. Una volta aperto il diaframma e dettato il tempo saranno gli Iso a determinare il giusto grado di esposizione. Generalmente parlando dovrete salire (e non poco) con la sensibilità del vostro sensore. Diciamo che non sarà impossibile trovarvi a valori attorno a Iso 2000. Consiglio comunque di partire con valori piuttosto bassi, tipo 400 o 800 e aumentare i valori gradualmente. Infatti la luminosità dell’Aurora può variare ed è meglio partire da un valore che magari restituirà una fotografia più scura (che si potrà comunque recuperare in fase di sviluppo) che non con un valore altissimo (che ci darà magari una foto piena di rumore, irrecuperabile). Inoltre tenete presente che state scattando di notte, per cui si presuppone che l’immagine possa essere esposta verso sinistra (parlando di Istogramma).

POSTPRODUZIONE

L’Aurora Boreale non necessità di uno Sviluppo molto aggressivo. Una cosa molto strana è che l’Aurora Boreale ad occhio nudo appare decisamente più grigio verde rispetto a come si vede in foto. Quando l’ho vista coi miei occhi ho subito pensato a chissà quanta post avrei dovuto fare. Invece, fatto il primo scatto ho incredibilmente constatato sui miei occhi come la saturazione del tipico verde dell’Aurora fosse già più che sufficiente. Infatti già così com’è stato scattato il file è molto vicino alla foto finita. Fondamentalmente il lavoro di sviluppo quindi diventa una pura questione di gusto. Nel nostro caso quel che abbiamo fatto è stato regolare il bianco, prendere il punto di bianco e quello di nero, un pizzico di contrasto, aumentare leggermente la chiarezza e ridurre il disturbo.

BONUS

Per illuminare (e in un certo senso rendere vivo) il grosso blocco di ghiaccio in primo piano siamo ricorsi alla tecnica del light painting (Joshua Tree Desert: Light Painting con un flash). In questo caso abbiamo però utilizzato una piccola ma molto potente torcia a Led da escursionisti.

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