Elegia di Hong Kong

Elegia di Hong Kong. www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan
Elegia di Hong Kong

No, Hong Kong non è la città che fa per me. Troppa gente, troppa umidità. Ma soprattutto troppa puzza. Voglio tornare a casa, o quantomeno cambiare viaggio. Sono a HK, vediamo quanto costano i voli per il Giappone. È qui attaccato, non dovrebbero costare tanto. Il mio amato e desiderato Giappone, quello che è sulla mia wishlist da parecchi anni ormai. E a ben diritto. Se questa è la nostra porta sulla Cina mi aspettano due settimane da brivido. Ora sveglio Corrado e gli impongo di andarcene.

Poi, d’improvviso, la magia.

Al buio. Sono seduta accanto alla finestra della nostra stanza che dà sul porto e sui grattacieli di Kowloon. Corrado si è addormentato, borbottando che internet non è veloce come ci si aspetta in una metropoli come HK. Non serve internet quando fuori dalla finestra hai questo panorama. È bellissimo ed io ne rimango affascinata. Non posso fare a meno di pensare a quante persone si celano dietro quelle luci, a quante storie si svolgono dietro quelle finestre, all’intreccio delle vite delle persone. E questa non è che una minima porzione della città che poi paragonata al mondo è la punta di uno spillo.

Al buio. Così io, con la luce che entra dalla finestra, sto a scrivere sul mio taccuino dei viaggi un’ode ad HK, la città che puzza e che non mi piace.Scherzando ho sempre sostenuto di essere un po’ bipolare, ma qui penso di raggiungere l’apice del pensiero dissociato. Inizia a piovere e sento le gocce di pioggia cadere sulle finestre. Non può esserci nulla che renda ancora più romantico questo momento. Forse Corrado che, sveglio, si gode questo panorama con me. Ma penso che un momento di questo tipo sia fatto per essere vissuto da soli, a tu per tu con le nostre emozioni ed i nostri pensieri.

Al buio. Ed io, guardando fuori dalla finestra, mi sento piccola e parte di un cosmo infinito. Vorrei che tutte le persone del mondo, almeno una volta nella vita, provassero questa esperienza.

Hong Kong, con le tue luci che risplendono nel buio, mi hai stregata. Chissà domani cosa mi attende. Ma andiamo con ordine.

Day 1

Nonostante il transfer dall’aeroporto all’hotel sia stato veramente facile grazie all’efficienza dell’organizzazione dei trasporti di Hong Kong, appena ritornata in superficie nel nostro quartiere, sono stata avvolta da un odore intenso, quasi nauseabondo, un mix tra mare, fogna, pesce essiccato e cibo indefinito.

Sperando che questa prima impressione passi non appena arrivati al nostro hotel, mi impegno per riuscire ad orientarmi in questa nuova città che mi sovrasta con i suoi condomini altissimi, con le sue strade piene di gente e con i suoi odori così diversi da quelli che chiamo “casa”.

Arriviamo in hotel non senza un po’ di agitazione, visto che ogni persona che fermo per chiedere informazioni non parla inglese (Hong Kong non era un’ex colonia inglese?! Non dovrebbero parlarlo tutti?!).

L’hotel che abbiamo scelto ad Hong Kong è il Butterfly on Waterfront, a Hong Kong Island, nel quartiere di Sai Ying Pun. La nostra stanza è al ventiseiesimo piano, molto più grande rispetto a quelle standard di Hong Kong e con una vista spettacolare su Kowloon dall’altra parte della baia. Abbiamo scelto questo hotel perché offre, compreso nel costo della stanza, uno smartphone con chiamate urbane illimitate e con un’app che consente di scoprire i luoghi più famosi di Hong Kong. In più forniscono un router wifi 4g a cui ci si può connettere mentre non si è in hotel. Ho pensato che fosse la soluzione migliore visto le tariffe estere delle nostre compagnie telefoniche.

È già quasi sera, ma non vogliamo sprecare quel poco tempo che abbiamo per visitare Hong Kong. Per ottimizzare decidiamo di andare a vedere A Symphony of Lights, il famoso spettacolo di luci laser e musica che si tiene ogni giorno alle 20:00. Molti grattacieli che si affacciano sul Victoria Harbour si accendono attraverso un’illuminazione interattiva con la musica. Tutte le guide lo inseriscono nella top ten delle attrazioni di HK (link articolo), ne varrà sicuramente la pena.

Symphony-delusione. Forse noi non eravamo nel mood giusto. Forse non l’abbiamo capita (anche se non so cosa ci sia da capire). È un bello spettacolo di luci sul porto e sicuramente esalta il panorama notturno sia visto dal litorale di Kowloon sia visto dalla parte di HK Island, ma niente di più di questo.

Elegia di Hong Kong. www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan

Siamo ancora un po’ frastornati dal viaggio e dall’impatto con questa nuova città, quando individuiamo un MacDonald’s. In viaggio preferiamo sempre mangiare cibo locale, ma MacDonald’s fa casa, in qualunque parte del mondo ti trovi. E forse è proprio questo che ci serve: un contatto con la nostra cultura, qualcosa di familiare, che ci ricordi che, nonostante tutto, tutto il mondo è paese. Alla fine la M gialla ha sempre il suo perché.

Day 2

Avendo fatto pace con Hong Kong durante la notte, decidiamo di perderci tra le strade dei quartieri di HK Island. Le previsioni meteo infatti non sono clementi e dicono che ci saranno tre giorni di pioggia. Vogliamo approfittare di quella che sembra essere l’unica giornata con tempo buono per fotografare il panorama dal Victoria Peak, quindi dobbiamo restare in zona. Rimandiamo la visita di Kowloon ai giorni seguenti.

Soho si rivela uno dei quartieri più adatti per un po’ di street photography e, soprattutto, riusciamo a visitare il Man Mo Temple, dedicato al dio della letteratura (Man) e al dio della guerra (Mo), il tempio più antico di Hong Kong.

Elegia di Hong Kong. www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan

Tutte le guide che abbiamo letto ci consigliano di salire al Victoria Peak per le 16 se vogliamo ammirare il panorama al tramonto e così facciamo. Tuttavia appena arrivati assistiamo al peggioramento delle condizioni meteo. Nebbia, freddo e a tratti pioggia. Come facciamo a fotografare il panorama se non vediamo al di là del nostro naso?

Tuttavia il mal tempo ci offre la possibilità di assistere ad uno spettacolo un po’ strano che diventa lo spunto per una riflessione che potete leggere in questo articolo.

Con la solita resilienza che ci contraddistingue decidiamo di restare sulla terrazza fino alla blue hour, sperando che il tempo migliori. Stoicamente resistiamo al freddo e alla pioggia fino a che, all’improvviso, le nuvole sopra Hong Kong Island si aprono, regalandoci il bel panorama dall’atmosfera alla Blade Runner.

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Contenti che la nostra sofferenza sia servita a qualcosa decidiamo di tornare in hotel, visto che nel frattempo ha iniziato a piovere pesantemente.

Day 3

La pioggia non ci dà tregua. Hong Kong, mi stai rendendo difficile amarti. Io ci provo con tutta me stessa, ma tu mi prendi costantemente a schiaffi in faccia. Che ti ho fatto di male?

Passiamo tutto il giorno sotto la pioggia, girando per Kowloon, cercando di vedere tutto quello che ci eravamo prefissati per quella giornata. Purtroppo la pioggia torrenziale rende tutto difficile e praticamente non fotografabile. Tutte le volte che tentiamo di tirare fuori dallo zaino le macchine fotografiche ci pentiamo immediatamente del nostro tentativo. Inutile. Per poter anche solo tenere in mano la macchina fotografica dobbiamo cercare delle tettoie che ci proteggano e finiamo costantemente circondati dalla moltitudine di persone che si accalcano per cercare riparo.

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Finalmente alle 7 di sera smette di piovere e Hong Kong inizia a rivelarsi magica come la prima sera. La pioggia ha lasciato le strade bagnate e le luci al neon si riflettono nelle pozzanghere. Ci perdiamo tra le luci colorate di Hong Kong. Il buio, le persone che rientrano a casa, le strade vuote, il giallo dei lampioni e il blu delle luci al neon. Semplicemente wow! 

Dopo esserci sfogati con un bel po’ di street photography decidiamo di dirigerci al Night Temple Market e ci gustiamo una meravigliosa cena a base di riso e gamberi in mezzo alle bancarelle. L’atmosfera è speciale. Fermento nell’aria, profumi di pietanze buonissime, persone di decine di nazioni diverse, dialoghi in inglese, in cinese, in spagnolo, in francese e in lingue che non riesco nemmeno a distinguere. I miei sensi sono sopraffatti: i miei occhi non sanno più dove guardare, il mio naso è avvolto dai mille profumi, le mie orecchie non sanno più cosa ascoltare… all’improvviso mi rendo conto di essere felice, molto felice, come non lo ero da tempo. 

Hong Kong, finalmente hai deciso di ricambiare il mio amore!

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Day 4

Apro gli occhi al suono della sveglia e finalmente vedo il cielo sereno. Un bel sole caldo ci permette di iniziare l’ultimo giorno ad Hong Kong con uno stato d’animo totalmente diverso dal giorno precedente. Carichi di aspettative decidiamo di dedicare buona parte della giornata a visitare e fotografare l’architettura di Hong Kong, famosissima in tutto il mondo.

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Hong Kong è tra le città più densamente popolate al mondo e questo ha inciso moltissimo sull’architettura della città. Restiamo a bocca aperta davanti a questi giganteschi grattacieli, a questi condomini altissimi dove gli appartamenti sembrano tante piccole celle di un alveare.

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Visitiamo il famoso e turistico Nan Lian Garden, alcuni quartieri popolari periferici a nord di Kowloon, dove ci rendiamo conto di essere gli unici occidentali, Causeway Bay, al contrario molto internazionale, Sheung Wan, Soho e Central. Percorriamo chilometri in metropolitana per spostarci da una parte all’altra, dal continente all’isola. Percorriamo chilometri e chilometri a piedi, sempre con le macchine fotografiche in mano e il naso all’insù. Finché non ci rendiamo conto che anche quest’ultima giornata è quasi volta al termine e decidiamo di perderci tra i vicoli meno turistici per trascorrere le ultime ore a fotografare gli scorci notturni di un’Hong Kong diversa da quella scintillante dei quartieri più ricchi.

 

Elegia di Hong Kong. www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan

Stanchi ma ancora eccitati dalle emozioni della giornata ritorniamo in hotel. L’indomani lasceremo questa città incredibile per ritrovarci nella campagna cinese. Uno shock culturale che speriamo di riuscire a catturare con le nostre fotografie. Alla fine siamo qui proprio per questo: imparare a conoscere la Cina, un mondo in bilico tra passato e futuro, dove il presente sembra appartenere o all’uno o all’altro in base al luogo dove ti trovi e alle persone che lo abitano.

2 Comments

  • WOW….CHE BLOG SPETTACOLARE!!! SONO STATA AD HONG KONG QUALCHE ANNO FA, ME NE SONO INNAMORATA MA LEGGENDO IL VOSTRO ARTICOLO MI DICO….QUANTE COSE MI SONO PERSA.SE CI TORNASSI LA FOTOGRAFEREI IN MODO DEL TUTTO DIFFERENTE!

    • Ciao Angela, grazie mille per i complimenti 😉
      Facciamo tutto con grande amore e passione. Hong Kong è una città che merita sicuramente ben più di una visita (chissà quante ce ne siamo persi pure noi 🙂 ) . Speriamo comunque di riuscire a tornarci presto.

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