Fotografare le rapide di Storforsen

Dopo aver scoperto che la Lapponia non è solo in Finlandia durante il mio viaggio nel Norbotten ho imparato che in questa regione si trovano anche le rapide di fiume più grandi d’Europa, e non potevo sicuramente perdere l’occasione di visitarle e fotografarle.

Le rapide

Le rapide di Storforsen si trovano sul fiume Pite, a circa 38 km a nord ovest della città di Älvsbyn. Le ho raggiunte partendo da Kiruna e percorrendo un lungo tratto di strada sterrato tra i boschi, che ha reso il viaggio ancora più affascinante.
Anticamente usate per il trasporto di tronchi di legno, oggi sono una meta turistica molto gettonata, con circa 150.000 visitatori ogni anno, numeri considerevoli, soprattutto perchè si trovano in una zona ancora lontana dal turismo di massa.
Si possono visitare partendo sia dalla cima che dal basso, a seconda di dove si preferisce parcheggiare. Io ho scelto la seconda opzione, ovvero il mio punto di partenza è stato il parcheggio vicino allo Storforsen Hotel.
Un camminamento in legno sopraelevato rispetto al livello dell’acqua conduce fino all’inizio delle rapide. Da qui ci si inerpica seguendo l’impetuoso corso del fiume sino alla sommità dove sono state allestite aree pic-nic e dove si trovano un bar e un gift shop. La camminata è agevole e ben segnata, l’unica accortezza necessaria è quella di indossare scarpe adatte al luogo.

Consigli fotografici

Dal punto di vista fotografico ho scelto di scattare sfruttando i tempi lunghi. Avevo quindi con me il treppiede (indispensabile) e ho montato un filtro ND sull’obiettivo. Il filtro ND, a densità neutra, riduce la quantità di luce che entra nell’obiettivo e permette quindi di poter scattare con tempi lunghi anche di giorno senza “bruciare” l’immagine. Nel caso specifico il filtro era un ND 1000 che riduceva di 10 stop la quantità di luce. Come lente ho scelto un 24-70, sempre a 24 mm. Non ho utilizzato la lente ultra grandangolare a cui avevo pensato all’inizio perchè avrei inserito nell’immagine troppi elementi non importanti. Quando si monta un filtro ND sull’obiettivo non è più possibile effettuare nessuna regolazione tramite il mirino, in quanto la visuale sarà completamente oscurata, quindi le scelte sono due: si può prima comporre l’immagine e poi montare il filtro, oppure si può utilizzare la modalità live view (come ho fatto io). Per quanto riguarda l’apertura del diaframma ho scelto di non scendere mai sotto f.11 e mi sono spinto più avanti possibile con i tempi. Ho tenuto gli ISO sempre molto bassi. Queste impostazioni mi hanno permesso di ottenere l’effetto seta dell’acqua e addirittura un effetto “nuvola”.


Questo è stato agevolato anche dalla velocità delle onde.
A questo punto ero solo a metà dell’opera: per quanto infatti il filtro venga definito a densità neutra, l’immagine così come restituita dalla macchina non era soddisfacente. La post produzione effettuata in Lightroom è servita per annullare le distorsioni dei colori dovute al filtro e per recuperare alcune aree che erano troppo scure (agendo sulle ombre e con l’uso di maschere in alcune zone). Scattando con un tempo così lungo un altro elemento da considerare è che il cielo era diventato troppo bianco, essendoci molte nuvole, quindi ho cercato  di recuperarle con una maschera apposita e renderle più “drammatiche” o comunque, dove ciò non fosse possibile, di ridurre al minimo la porzione di cielo nel frame. Questo tipo di scatti, a mio parere, si prestano splendidamente per essere trasformate in bianco e nero.


Prima di lasciare questo magnifico luogo incontaminato ho scelto di fare due scatti: uno più “tradizionale” senza cavalletto e senza filtro, shutter speed molto rapido in modo da “congelare” il flusso dell’acqua.

Questa immagine rende forse meglio l’idea della potenza delle rapide ma mi è sembrata molto meno interessante di quelle realizzate con il tempo lungo. Il secondo, invece, l’ho fatto per mostrare il contrasto tra l’impetuosità delle rapide ed il placido specchio d’acqua che si trova al fine del loro corso.