I filtri sono spesso considerati lo strumento essenziale o, se preferiamo, il “trucchetto” segreto che molti fotografi naturalistici usano per conferire alle proprie immagini quel look fine art.
Avevo già precedentemente parlato di filtri in questo articolo, dove avevo parlato nello specifico dei filtri Polarizzatori e dei filtri Graduati.
Il presente va considerato come un upgrade, in quanto vorrei approfondire un po’ l’argomento dei filtri, concentrandomi, in questo caso, sui filtri ND.
Oltre ai filtri Polarizzatori e ai filtri Graduati, esiste una terza categoria di filtri estremamente utili per un fotografo di paesaggio che possono dare un vero e proprio boost ad alcuni scenari che vi ritroverete a riprendere. Sono i filtri ND (acronimo dall’inglese Neutral Density, ovvero a gradazione neutra).
Fondamentalmente i filtri ND hanno la stessa funzione dei filtri graduati. Ovvero bloccare la luce togliendo un predeterminato quantitativo di stop di luce. A seconda del modello e del produttore abbiamo filtri che tolgono da un minimo di 0.3 stop di luce fino anche a oltre 10 stop di luce (questi ultimi sono detti anche big stopper). La loro funzione, da un punto di vista tecnico è tutta qua.
La differenza che i filtri ND hanno con i filtri graduati (che in pratica possono essere considerati dei cugini) è che, mentre questi ultimi hanno una gradazione graduale che stoppa la luce solo in una parte dell’immagine, i primi agiscono in modo globale su tutta l’inquadratura.
Ma perché i filtri ND sono così utili? Perché ci consentono in qualche modo di avere un controllo più specifico sull’esposizione e, di conseguenza, poter intervenire in modo creativo sull’uso dell’otturatore.
Facciamo un esempio che ci consenta di comprenderne a fondo i benefici.
Tipicamente i settaggi che un fotografo paesaggista usa sono con ISO bassi (generalmente il più basso valore che la fotocamera può raggiungere, ad esempio 100 o 50) e diaframmi chiusi (solitamente da f 11 a f 22, al fine da preservare la massima qualità possibile a fronte di un’alta profondità di campo). La terza variabile del triangolo dell’esposizione (link), ovvero la velocità dell’otturatore T, in questo caso viene ricavata in base alla scelta di questi primi due valori (F e ISO) ed è determinata dalla quantità di luce relativa allo specifico scenario che stiamo inquadrando. Solitamente in una giornata con condizioni di luce normali questo intervallo di tempo oscilla fra T 1/125’’ e 1/2’’. Ma se volessi un tempo di posa più lungo? Come fare? Se non posso ridurre ulteriormente la quantità di luce attraverso gli Iso o i diaframmi (poiché sono già ai valori minimi), come posso rallentare ulteriormente i Tempi di scatto?
È qui che entrano in gioco i filtri che tagliano un certo quantitativo di luce, consentendo, di conseguenza, di poter rallentare ulteriormente i tempi. Tempi di posa più lenti ci consentono di creare effetti di mosso su elementi che, altrimenti risulterebbero fermi.
Pensiamo ad esempio allo scorrere dell’acqua di un fiume. Se scattassimo in condizioni di luce “normale” probabilmente ci troveremmo di fronte ad un settaggio di ISO100 F 16 T 1/125. Un tempo decisamente troppo rapido per poter conferire all’acqua l’effetto liscio e vellutato che spesso si vede nella fotografia di paesaggio. A questo punto se dovessimo montare un filtro ND da 7 stop riusciremmo ad avere un effetto completamente diverso. A parità di luce i nuovi settaggi risulterebbero ISO 100 F 16 T 1’’. Una bella differenza. Ora il movimento dell’acqua avrà una ripercussione estetica molto forte sull’immagine finale.
L’acqua è certamente uno degli elementi su cui l’uso di filtri ND ha un impatto maggiore. Ma effetti molto interessanti si possono ottenere anche su altri elementi, come ad esempio le automobili, le persone, le nuvole ecc.
Nel vasto mondo dei filtri. Quali acquistare?
Una prima distinzione va fatta precisando che i filtri ND sono sia a vite che a lastra.
I filtri a vite hanno il vantaggio di essere relativamente economici e pratici da trasportare. Questi sono di forma circolare ed hanno un predeterminato diametro. Lo svantaggio invece sta proprio che, per tale ragione, sono molto poco versatili. Infatti possono essere avvitati solo ed esclusivamente su lenti del medesimo diametro. Ad esempio un filtro da 77mm non potrà essere montato su una lente del diametro di 72mm. Se quindi ho due obiettivi di diametro diverso dovrò possedere un corredo di filtri per ognuna di queste lenti (ovviamente se prevedo di utilizzarle entrambe).
I filtri a lastra viceversa sono certamente la scelta più costosa, forse anche meno pratica sotto certi aspetti, ma che sicuramente può portarci nella direzione di un acquisto “definitivo”. Infatti i filtri a lastra sono dei rettangoli di vetro e, per poterli montare su una lente è necessario montare su quest’ultima l’apposito porta filtri. La vera comodità è che, solitamente, i porta filtri vengono venduti con una serie di anelli adattatori di diversi diametri. Sarà sufficiente avere tali anelli adattatori dei diametri di tutti gli obiettivi su cui vogliamo montarli ed il gioco è fatto. Con un solo kit di filtri potremo adattare il nostro porta filtri a tutte le lenti che possediamo.
Nel nostro caso ad esempio scattiamo con lenti che hanno diametro di 77 e 82 mm. Dunque ci è sufficiente avere un porta filtri, due anelli adattatori ed il kit di lastre che più desideriamo. Noi abbiamo un ND da 3 stop, un ND da 10 stop e un filtri graduato.
Non voglio approfondire la guida all’acquisto ne parlare troppo di marche poiché, la scelta su quale acquistare dipende fondamentalmente da molti fattori. Chiaramente come sempre vige la regola che più si spende più si ha. Generalmente una delle marche top per quanto riguarda i filtri è l’americana Lee. Tuttavia un kit di quattro filtri, anelli adattatori e portafiori di tale brand può superare senza problemi i € 1000. Per questa ragione noi abbiamo optato per un brand che, seppur qualitativamente inferiore, risulta ancora di valida qualità, riuscendo però ad entrare in un budget più contenuto (l’intero kit ci è costato meno di € 350).
Ovviamente consiglio di corredare il proprio kit con un comodo astuccio da trasporto e con un kit di pulizia, in quanto la situazione tipica è quella che ci si trova a doverseli trasportare in ambienti non propriamente asettici.
Una volta familiarizzato con l’uso dei filtri posso assicurare che troverete sicuramente molte occasioni in cui usarli e la vostra fotografia di paesaggio e di natura subirà una notevole svolta.