Jack Curran, il maestro del bianco e nero.

Iceland Explorations Skogafoss Midnight

Jack Curran. Basta il nome di questo fotografo americano per evocare straordinarie immagini, rigorosamente in bianco e nero, tecnica di cui è maestro. Di seguito una splendida intervista che ci ha concesso, con preziosi consigli sia per i neofiti che per chi vuole conoscere meglio la sua tecnica unica. Visitate il suo sito e seguitelo sui principali social, non ve ne pentirete!

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Nome; Jack Curran.

Occupazione: fotografo, vice presidente, marketing executive.

Luogo preferito: è una domanda complicata: di solito ti risponderei “la prossima destinazione” ma ci sono un paio di posti a cui sono legato: le Dolomiti e la Patagonia.

Libro preferito: Thinking for a Change. By John C. Maxwell.

Film preferito: La vita è meravigliosa, mi commuovo sempre.

Il miglior giorno della tua vita; Il giorno in cui ho smesso di bere, 40 anni fa e quello in cui sono nati i miei figli.

Miglior viaggio che hai fatto; Il prossimo!! In verità il mio ultimo viaggio in Patagonia, nel 2017. Due settimane in cui ho ammirato posti nuovi ogni giorno. Ho camminato 10/15 miglia quotidianamente, un giorno memorabile dietro l’altro. Sono riuscito a realizzare una consistente quantità di materiale in due settimane.

Viaggio più complicato che hai fatto; La maggior parte dei miei viaggi è stata scevra di complicazioni, mi ritengo fortunato. La maggior parte dei viaggi lunghi e in altre nazioni sono sfidanti dal punto di vista logistico. Ad esempio l’Islanda: avete mai provato a leggere quella lingua :-). Annovero sicuramente questo viaggio tra i più complicati. La lingua, la valuta, i costi e il fatto che sono rimasto accampato per quasi tutto il viaggio. In questo viaggio la complicazione peggiore è stata autoinflitta, per esempio la volta in cui, durante un’escursione mi sono trovato immerso nelle sabbie mobili di un ghiacciaio  fino al petto. Mi sono serviti 10 minuti e l’aiuto delle gambe del mio treppiede per uscirne.

Il tuo motto: guarda la luce e cogli l’attimo.

Come hai iniziato a scattare e quando hai capito che sarebbe diventata la tua professione? Ho iniziato a fotografare quando avevo 19 anni, quasi 40 anni fa. Ho capito che era quello che volevo fare della mia vita durante la presentazione del corso di fotografia al mio primo anno di college. Poi ho visto la mia prima stampa in bianco e nero appesa sui fili della camera oscura. Ho immediatamente capito che la fotografia era un’arte che avrei perseguito per il resto della mia vita. Vedere la magia dello sviluppo di un’immagine che avevo creato mi ha permesso di capire che avrei potuto esplorare e raccontare storie del mondo che mi circondava per creare qualcosa di unico e nuovo.

Quali fotografi ti hanno influenzato maggiormente? Molti, vedendo i miei lavori, direbbero subito Ansel Adams. In realtà, sono stato maggiormente influenzato da Brett Weston, per il suo stile caratterizzato da elevati contrasti e il suo modo unico di comporre l’immagine, e da Josef Sudek per il suo modo personale di osservare il mondo intorno a lui.

Quale viaggio ha influenzato maggiormente il tuo stile (se ce n’è uno)? Non credo ci sia un viaggio che ha particolarmente influenzato il mio stile. Tutta la mia carriera è stato un percorso di crescita, scoperta, esplorazione ed affinamento. Curiosamente ho fatto alcuni tra I miei miglior lavori negli ultimi 5 anni.

Cosa rende una fotografia superiore alla media?E’ una domanda difficile e soggettiva. Detto ciò, tralasciando le considerazione tecniche, dico che un grande fotografo deve mostrare una profonda interconnessione tra se stesso e il soggetto. Partendo dal presupposto che uno sia in pieno possesso dei fondamentali tecnici e funzionali per realizzare una straordinaria immagine, tutto si riconduce a come riesce a convogliare tutto questo a chi osserva l’immagine. Vorrei anche sottolineare un altro aspetto cruciale per tutti i fotografi, soprattutto quelli agli inizi: li incoraggio a semplificare ed a smettere velocemente di scattare troppi soggetti differenti. Prima un fotografo riduce e semplifica il suo interesse verso pochi argomenti che lo interessano veramente, prima riesce a sviluppare un’impronta personale.

Forse la domanda che ti è sempre posta: come mai hai scelto il bianco e nero?
Ho sempre trovato il bianco e nero utile per dimostrare una notevole profondità della comunicazione visiva, mentre la sua natura astratta sfida il fotografo a pensare in modo più astratto e creativo. Sebbene possa apprezzare una fotografia a colori quando è ben eseguita, trovo che il bianco e nero sia più eccitante, stimolante, unico e, dal mio punto di vista, soddisfacente.

Come pensi in bianco e nero? Per me tutto si riconduce a vedere la luce in bianco e nero. E’ essenziale visualizzare il flusso della luce, pensare come definisce le forme, creare contrasti più o meno marcati e pensare come la luce crea una gamma tonale attraverso un soggetto.

Quanto è importante la ricerca della geometria nella composizione di una fotografia di panorama? La geometria è essenzialmente utile per comprendere le regole base della composizione, ma senza altri elementi cardine la geometria è solo forme e strutture. Mi piace capire come la luce lavora su ogni geometria. Ricerco il passaggio della luce dal primo piano allo sfondo, da sinistra a destra e attraverso le superfici e le texture. Penso al flusso della luce e alla luminosità unitamente alla geometria.

Qual è la tua attrezzatura tipica?
Uso Canon 5dsr full frame, come obietti un 16-35mm, 24-105mm e 100-400mm, tutti Canon. Ho un treppiede Gitzo in fibra di carbonio con la testina della Surui, G30. Ogni tanto uso un filtro graduato Lee 10 stop ND e 3 stop. Per la postproduzione utilizzo principalmente Lightrooom.

Quale sarà la tua prossima destinazione? Ad aprile sarò in Nuova Zelanda, poi in Cina, quindi tornerò negli States e per il 2019 ho in programma un viaggio in elicottero nella British Columbia.

Il mondo della fotografia sta crescendo costantemente. È sempre più difficile trovare uno stile personale; lo hai fatto in un ottimo modo. Cosa pensi del futuro della fotografia e quali suggerimenti ti piacerebbe dare ai giovani fotografi?
Come in ogni altra forma d’arte, il lavoro più interessate e valido si distinguerà dagli altri, non importa quanto concorrenza ci sia. Come detto prima incoraggio tutti i fotografi, soprattutto quelli agli inizi, a semplificare ed a smettere velocemente di scattare troppi soggetti differenti. Prima un fotografo riduce e semplifica il suo interesse verso pochi argomenti che lo interessano veramente, prima riesce a sviluppare un’impronta personale.