Una bella reflex fa belle foto?

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Una bella Reflex fa belle foto?

Con quella macchina fotografica chissà che belle foto fai!

È la classica frase che non bisognerebbe mai dire ad un fotografo.

Quando io e Sara viaggiamo capita frequentemente di essere “approcciati” da sconosciuti che sono interessati a capire che modello di reflex usiamo, che obiettivo montiamo ecc. Dopo le prime battute, il discorso cade inevitabilmente attorno al grande quesito che appassionati (e non) di fotografia, cercano di carpire da fotografi d’esperienza. È essenziale una bella macchina fotografica per fare delle belle fotografie?

Per cercare di darmi e darvi una risposta a questo quesito ho provato a  suddividere il mondo dei fotografi in tre macro categorie e a rispondere con le loro parole:

L’assopigliatutto.

Mi piace chiamare così quei fotografi che spendono cifre clamorose per comprare sempre quanto di meglio esiste sul mercato. Appena esce una novità loro corrono ad acquistarla, senza nemmeno badare effettivamente cosa sia. Solitamente hanno 2/3 corpi macchina, un corredo di obiettivi pressoché infinito che comprende ottiche fisse, zoom, Fish eye, grandangoli e tele di ogni tipo, tilt/shift e che ovviamente non si lasciano mai sfuggire l’ultimo modello di ottica con apertura f 0,8 perché “sei matto a lavorare con l’1,2, è un fondo di bottiglia”. Tipicamente hanno tonnellate di gadget, anche dei più disparati e inutili, perché il vero scopo non è quello di fare fotografia, è quello di possedere tutto! ma proprio tutto! Poi va a finire che magari quando parli con loro di fotografia e gli chiedi “dai fammi vedere gli scatti del tuo ultimo viaggio, ti va?” e loro “mmm.. in effetti è un po’ che non scatto, diciamo che sono in stand-by, sai sono diventato papà da poco, ho avuto una promozione sul lavoro, non ho mai tempo, l’ultimo viaggio ho preferito non portare l’attrezzatura con me e ho fatto solo foto ricordo con lo smartphone ecc.” È il tipico fotografo/non fotografo, che della fotografia ama soprattutto possederne l’oggetto, quasi come fosse un feticcio, senza però badare troppo a quale sia il vero scopo di ciò che ha acquistato, ovvero fare fotografie. Per questa categoria di fotografi in realtà è praticamente inutile il tipo di strumento che hanno, poiché non lo usano per lo scopo per il quale è stato concepito, semplicemente amano possederlo ed eventualmente sfoggiarlo nella vetrina di casa, come fosse un leone in gabbia.

Alla domanda “Può una bella macchina fotografica fare belle fotografie?” lui risponderà con ferma certezza che è l’unica cosa che conta.

L’estremista concettuale.

Fanno parte di questa categoria tutti gli hipster iperconcettualisti della fotografia intesa come “sperimentazione ad ogni costo”. Solitamente devono essere fuori dagli ogni schema: non acquistano mai né Canon o Nikon né tantomeno Sony o Fuji perché sono troppo mainstream. Insomma se il 99% degli abitanti della Terra che amano fotografare utilizzano questi brand è perché sono tutte pecore. Lui invece no, lui, che ha capito tutto, preferisce fotografare solo con un modello prodotto solo in 100 esemplari in Siberia perché quella Smotniakvoch del ’93 ha un modo pressoché stupendo di gestire l’avvolgimento della rullo. Piuttosto che acquistare un prodotto che viene recensito positivamente da ogni rivista del settore lui preferisce scattare con una scatola delle scarpe forata e trasformata artigianalmente in macchina fotografica. Ovviamente disdegna e guarda dall’altro al basso ogni fotografo che è passato al digitale, perché “la pellicola è inarrivabile”. Poi non fa niente se usa solo rullini scaduti e le immagini prodotte sono di una qualità tremenda, sempre sfocate e con una grana così invadente da diventare il vero protagonista della fotografia. Ciò che conta è distinguersi. Questo fotografo produce immagini di vario genere fotografando solo pareti arrugginite, cartelloni strappati o tombini con costante regolarità e non c’è da stupirsi se ogni tanto né esca qualcosa di buono, a volte anche molto buono. Il vero problema è che è così immerso nella propria ricerca da dimenticarsi un principio basilare di ogni artista: quando si produce lo si fa anche per condivisione. E questa ricerca estrema allontana in un certo senso il fotografo dalle comunità di appassionati di fotografia. Però a lui basta la stretta cerchia di accademici e filosofi, perché piacere alle masse è da sfigati.

Non serve dire che per lui la macchina fotografica bella non farà mai fotografie belle. Buon per lui.

Il democratico di centro.

Politica a parte onestamente parlerò di questa categoria in prima persona, poiché sento di farne parte, come probabilmente la stragrande maggioranza di tutti voi. Per me lo strumento fotografico è solo “un attrezzo del mestiere”. Per quanto non possa negare che all’inizio della mia attività fossi molto vicino alla prima categoria e durante gli anni accademici alla seconda, oggi considero la macchina fotografica semplicemente come uno strumento. Non amo possederla, né guardarla, né tantomeno amo troppo sperimentare particolari strumenti di nicchia. Solitamente li valuto in base a ciò che mi possono offrire in termini di risultati. Ovviamente sono assolutamente interessato alle innovazioni che la tecnologia offre, ma non tanto per l’innovazione in sé, quanto piuttosto per ciò che con essa posso fare. Vi faccio un esempio. A me non interessa avere una reflex con obiettivo f0,8 e gestione degli Iso fino a 100miliardi. Non mi interessa per una semplice ragione. Il 90% dei miei lavori sono scattati con diaframma che va da 9 a 16 e con Iso che non superano 400. Per cui perché dovrebbe mai interessarmi una macchina che mi consente di avere tutta quella luce in più? Tuttavia è anche vero che è proprio grazie a questo genere di innovazioni che sono nate nuove e interessanti categorie fotografiche. Ad esempio 10 anni fa, e sto dicendo 10 anni e non mezzo secolo, la fotografia alla Via Lattea era praticamente impossibile da realizzare. Poi l’evoluzione dei sensori e la conseguente possibilità di gestire molto bene anche alte sensibilità Iso ha aperto a nuove possibilità. E fra queste è nata anche l’astrofotografia. Ecco, questa possibilità è effettivamente ciò che mi interessa. Nella mia esperienza ho provato anch’io questa tecnica e devo dire che mi ha dato anche delle soddisfazioni, specialmente in ambito di fotografia naturalistica.

Quindi in altre parole, la “bella macchina fotografica”, anche se non è tutto, serve eccome per fare belle fotografie. La vera vetta nella fotografia è quando si riesce a fondere macchina e genio del fotografo. Ovvero quando un’idea brillante viene accompagnata da una sapiente conoscenza tecnica e da uno strumento che consenta all’autore di ottenere il massimo risultato auspicabile da un punto di vista tecnico, tecnologico e artistico. Amen.