Fotografare Jokulsarlon

Fotografare Jokulsarlon - www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan
Fotografare Jokulsarlon

Avevo visto numerose fotografie di Jokulsarlon prima di partire per l’Islanda, ma niente mi aveva preparato alla vista dal vivo.

Preparatevi ad uno scenario sorprendente: iceberg spettacolari, grandi e piccoli, bianchi, a strati o di un azzurro molto luminoso, si staccano dal ghiacciaio Vatnajokull, ovvero “il lago di ghiaccio”, (“vatna” significa “acque” ma sta anche per “lago” e “jokull” “ghiacciaio”) e si riversano nella laguna glaciale, proprio a ridosso della Ring Road, che separa la laguna dalla Diamond Beach, la spiaggia di sabbia nera, dove vanno a finire i pezzi di iceberg che si staccano e che vengono respinti indietro dall’oceano.

Io e Corrado abbiamo dormito nel nostro minivan direttamente nel parcheggio lì accanto, avendo fotografato l’Aurora Boreale la sera precedente, e al nostro risveglio ci siamo trovati di fronte uno spettacolo magnifico. Freddo artico, ma da once in a lifetime.

COME ARRIVARCI

Jokulsarlon è una dei punti più fotografati d’Islanda e più visitati dai turisti, visto la sua unicità, per cui trovarlo sarà veramente molto facile. Se decidete di percorrere la Ring Road in senso antiorario (prima la parte sud e poi la parte nord dell’isola) Jokulsarlon si trova a meno di 5 ore di auto da Reykjavik. Se invece decidete di percorrere la Ring Road in senso orario, come abbiamo fatto noi, nell’articolo Islanda in 7 giorni trovate la mappa che abbiamo preparato. Una volta arrivati sul posto, non potrete non accorgervi di essere lì: e se il paesaggio intorno a voi non bastasse, un ponte metallico e un grande parcheggio vi faranno capire che siete proprio nel posto giusto.

DIAMOND BEACH

 

Capirete il suo nome una volta sul posto. Questi pezzi di iceberg, da grandi come un’utilitaria fino a piccoli come un sasso, sono sparsi sulla spiaggia di sabbia nera e scintillano alla luce del sole, come dei diamanti su un velluto nero. Abbiamo dedicato le prime luci dell’alba per fotografare appunto gli iceberg sulla spiaggia, visto che è rivolta a sud-est e si vede il sole sorgere dall’oceano Atlantico.

Dal punto di vista fotografico questa spiaggia offre una marea di spunti:

  • fotografie con grandangolo e tempi lunghi per evidenziare le onde che si fanno strada tra il ghiaccio. Parliamo di tempi lunghi nell’articolo dedicato I Filtri. Parte II.

  • fotografie minimaliste

  • fotografie astratte

Il bello di questa spiaggia è la natura effimera dei pezzi di ghiaccio che si depositano su di essa: nell’arco della giornata il loro colore, la loro trasparenza e le loro dimensioni variano, costringendoci a trovare modi diversi di fotografarli in base alla situazione che troviamo.

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LA LAGUNA DI GHIACCIO

Nonostante la sua bellezza devo ammettere di aver riscontrato non pochi problemi nel fotografarla.

Volevo andare aldilà della scontata panoramica, ma non sono riuscita a fare delle fotografie di cui essere veramente contenta.

Probabilmente un po’ è stata colpa della lente, il mio fedele 70-200 purtroppo non è bastato per avvicinarmi agli iceberg (e alle foche che facevano capolino dall’acqua) come avrei voluto. Una lente con una lunghezza focale maggiore, come ad esempio un 400 mm, mi avrebbe certamente dato una prospettiva diversa.

In secondo luogo nel momento in cui inquadravo c’era qualcosa che non mi tornava: non riuscivo a trovare quel quid che focalizzasse la mia attenzione e che diventasse il soggetto della fotografia.

Se non avete problemi di soldi o di tempo, vi consiglio un’avventurosa gita in barca tra gli iceberg. Purtroppo noi abbiamo dovuto saltarla per motivi di budget, ma sono convinta che può fare la differenza per darvi quell’input in più per le vostre fotografie.

 

L’esperienza di Corrado invece è stata molto interessante: ha trovato l’ispirazione conoscendo un ragazzo, amante dell’estremo, che aveva trascorso la notte lì fuori al gelo senza nessun riparo se non la tuta termica che indossava. Era in condizioni pessime, con le dita delle mani ed il volto congelati e con seri problemi di cognizione mentre parlava.

In questa fotografia adoro il contrasto tra la tuta arancione e il paesaggio blu, ma non è solo una questione cromatica: è il contrasto uomo/natura, due forze che si attraggono ma che si contrastano e combattono tra di loro con vincitori alterni. In questo caso, la pace, la quiete blu della natura che in realtà è mortale e lo squillo arancione dell’uomo che in realtà è destinato a soccombere.