L’Amore Insoddisfatto – Austria

Austria in Love

PARADIES di Ulrich Seidl (2012 -2013)

PARADIES: LIEBE

Paradies: LiebeEcco appunto Liebe, l’amore, a confermare quale sarà il trait d’union di questo progetto. Dopo aver lasciato la figlia alle cura della zia, Teresa – Margarethe Tiesel – si concede un periodo di vacanza in Kenya. Oltre alle innumerevoli attività che il resort in cui alloggia offre,  ha la possibilità di scegliere tra una moltitudine di ragazzi neri che non aspettano altro che spennare lei e le sue amiche. Queste donne, piuttosto mature, stanno al gioco consapevoli che l’unico vero sprone che spinge i ragazzotti a concedersi è il denaro. Amore fa rima con insoddisfazione e l’illusione che i kenyoti possano essere davvero attratti dai loro corpi sfioriti diventa un argomento di discussione tra le austriache. I loro uomini a casa non fanno altro che giudicarle, criticarle per il loro aspetto fisico come se il tempo per loro non fosse passato.

Inizialmente Teresa fatica ad ambientarsi, anche perché i pretendenti sono davvero insistenti e competitivi. Quando però arriva Munga, tutto sembra cambiare. Il ragazzo allontana tutti gli altri senza volere – apparentemente – nulla in cambio, lasciando così la donna finalmente in pace. Tra i due scocca una complicità che si traduce in soddisfazione sessuale: finalmente! Seidl non ci risparmia prolungate scene d’amplesso e perché dovrebbe? Questo è l’amore tra due persone tanto diverse e così ordinarie. Ma le necessità di Teresa e Munga sono diametralmente opposte e presto questo emergerà con forza. Teresa sembra fantasticare un amore che vada al di là del sesso, per Munga l’aspetto economico, alla fine, è essenziale.

È interessante  il continuo ribaltamento di prospettiva – in un paese africano – tra sfruttato e sfruttatore, in particolar modo se ci caliamo nella vita dei protagonisti: cosa vuole Teresa? Cosa vuole Munga? La frustrazione verso un amore impossibile si tramuta per la protagonista nella ricerca di una soddisfazione sempre più legata ai sensi, sempre più consumista e inevitabilmente insoddisfacente.