Ieri, Oggi, Domani – Cile

NO A LA GUERRA CIVIL

NO di Pablo Larraìn (2012)

noPartiamo dal fondo, dal momento in cui il Cile ha detto “No” ad altri otto anni di presidenza di Augusto Pinochet. Le pressioni internazionali hanno convinto il generale a indire un referendum che convalidi democraticamente il proprio potere e che permetta ai cittadini cileni di decidere del proprio futuro. La pellicola, l’ultima di quest’ideale trilogia, racconta i giorni in cui il comitato del “No” si organizza per dare battaglia a Pinochet.

All’apparenza potrebbe sembrare il film più agevole del trittico, eppure si percepisce da subito che i livelli di lettura sono molteplici e forse addirittura più sottili delle precedenti pellicole. René Saavedra – interpretato da Gael Garcia Bernal – è un giovane pubblicitario, cresciuto all’estero e ora affermato professionista in Cile. Viene contattato dal comitato del “No” per intavolare una strategia che possa davvero puntare alla vittoria. Il comitato ha quindici minuti al giorno a disposizione, uno spazio televisivo risicato nel quale raggiungere la maggior parte dei telespettatori/votanti cileni. I primi tentativi hanno prodotto spot cupi, strazianti, che rendevano conto dei crimini perpetrati dal regime. René parte proprio da qui: per vendere il loro prodotto devono assolutamente approntare una campagna che sia più attraente, che assimili la scelta del “No” a quello di felicità e che non menzioni il dolore, o la dittatura, o la guerra civile. Gli spot assumono un tono scanzonato, con immagini spensierate e colorate rese ancora più allegre da un brano che diventa subito un tormentone.

Ed è qui che nasce il conflitto perché se le motivazioni di René sono dettate da un pragmatismo derivato dalla sua esperienza e dalla sua formazione, è del tutto comprensibile che molti esponenti del “No” vedano con rabbia questo approccio. I morti, i desaparecidos e le torture dove sono finiti? La stessa ex compagna del protagonista gli rimbrotta che la sua strategia pubblicitaria non è altro che la copia della copia della copia. La riduzione a prodotto appetibile di un naturale slancio verso la democrazia. Accettando la visione di René si accoglie, per certi versi, una visione del mondo in cui tutti, prima che cittadini, siamo consumatori. La democrazia è un prodotto molto più valido della dittatura. Provare per credere.

Appunti di viaggio:

  1. —> Il film è girato con telecamere d’epoca in modo tale da amalgamare esteticamente il materiale di repertorio a quello di finzione. Molte sequenze del film sembrano concepite come spot. Quando i personaggi sono impegnati in lunghe discussioni la telecamera li riprende in luoghi diversi, mentre il discorso rimane in continuità. Come a dire che per mantenere l’attenzione del pubblico è necessario offrire sempre qualcosa di nuovo.
  2. —> All’inizio del film René presenta lo spot per una bibita, introduce il discorso affermando che il Cile è ormai pronto per questo nuovo tipo di linguaggio, è pronto insomma per il futuro. Ripeterà le stesse parole presentando il primo spot al comitato del “No”…