Hong Kong – Made In

The Departed prima di The Departed

INFERNAL AFFAIRS di Andrew Lau e Alan Mak (2002)

Infernal AffairsEcco l’esempio più fulgido. Tutti conosciamo The Departed. Allo stesso modo è risaputo che il film di Martin Scorsese è un remake di Infernal Affairs, made in Hong Kong. Costruire un parallelo tra le due pellicole sarebbe interessante ma si rischia di rivelare aspetti della trama che non coincidono esattamente. Non vorrei fuorviare perché tutto sommato la storia del film di Lau e Mak viene ripresa con una certa aderenza dall’epigono americano. Due ragazzi seguono percorsi paralleli. Uno, giovane fuorilegge al saldo della Triade – un’organizzazione criminale di stampo mafioso nata proprio a Hong Kong – viene spinto ad arruolarsi nelle forze armate per fungere da informatore. Alla stessa maniera un cadetto dell’accademia di polizia si presta come agente sotto copertura proprio all’interno della Triade. Va da sé, i destini andranno a scontrarsi inevitabilmente. Così come la storia, anche le dinamiche e i temi finiscono per assomigliarsi molto. Il rapporto padre e figlio che si instaura tra i protagonisti e i diretti superiori – il boss e il capo della polizia – è il medesimo, così come la sensazione che il poliziotto e il criminale siano pedine di un gioco più grande. Nell’originale le macchinazioni e i colpi di scena hanno sicuramente più rilevanza mentre nella trasposizione americana si approfondisce l’aspetto psicologico, grazie a un lavoro di accorpamento di personaggi in grado di stringere ancora più profondamente il legame tra i due protagonisti. In questo senso il maggior minutaggio di The Departed, di tipica marca scorsesiana, aiuta. Infernal Affairs lavora invece più sulle suggestioni. Le implicazioni relazionali che un lavoro sotto copertura possono originare – nel caso del poliziotto – sono giusto accennate, lasciando allo spettatore il compito di immaginare il resto.

Nei primi anni della sua carriera Andrew Lau lavora come direttore della fotografia e anche in questa fatica a quattro mani si occupa con profitto della parte visiva lasciando il lavoro di sceneggiatura al co-regista Alan Mak e al sodale Felix Chong.