Generazioni – Grecia

Generazioni - Grecia

Ritorno a casa dopo il lungo viaggio cinematografico oltreoceano. Mi rialzo dal divano un po’ barcollante: il jet-lag si fa sentire. Osservo per un attimo lo schermo buio, forse è giunto il momento di tirare le fila e confrontarsi con i capi. Sara&Corrado mi aspettano al varco nella loro dimora: si mangerà qualcosa, annaffiando il tutto con qualche bicchiere (bottiglia?) di vino e si parlerà della sezione cinema del blog. Cerco di spiegarmi, mettendo le mani avanti: questo lavoro non è facile come mi aspettavo: come scegliere i film di un paese? Non puoi mica guardarli tutti e poi decidere. Cerchi consigli sulla rete o dai tuoi amici? Procedi semplicemente secondo la tua ispirazione? Forse un po’ tutto questo. E poi organizzare l’articolo, come lo strutturi? Che tipo di percorso seguire? Alla fine ho deciso di fare un passo alla volta, una parola alla volta.

Certo, speriamo che questi viaggi incredibili non siano tutti come quelli in Cile: non c’è proprio da spassarsela. Però non è tutta colpa mia. I viaggi più importanti non sono quelli che mostrano la vera realtà del posto? Bisogna affrontare ciò che il mondo offre, senza infingimenti, senza filtri! Sara&Corrado mi guardano con condiscendenza: sto facendo tutto da solo. La serata volge al termine e anche il mio tempo libero.

Va bene, rimettiamoci al lavoro. Riempio lo zaino del necessario (penna e carta) e parto. Oplà, eccomi di nuovo sul divano. Dove si va stavolta? Considerando che abbiamo attraversato paesi in perenne conflitto, tra recessioni economiche e crisi politiche, alleggeriamo un po’ il tiro e andiamo in Grecia!

Brutto tiro, lo riconoscono. Eppure c’è una certa coerenza in questo tragitto. Il cinema greco degli ultimi anni non ha potuto che confrontarsi con la situazione devastante che sta attraversando a causa della crisi economica. Un dramma pervasivo che non sfilaccia solamente il tessuto connettivo del paese, ma mina i rapporti sociali di base, soprattutto quelli famigliari. Proprio qui sta il punto. I film proposti non affrontano in maniera dichiarata la condizione della vita delle persone durante la crisi. Si tratta di storie per alcuni versi portate all’eccesso o per le quali si possono giustamente spendere aggettivi come surrealista o simbolista. Ciononostante ho la sensazione che l’orizzonte di riferimento sia proprio il naufragio di una nazione. Che sia un’ovvietà o una semplice pippa mentale, a voi l’ardua sentenza.