Fuga Impossibile
UNA SEPARAZIONE di Asghar Farhadi (2011)
Una scelta non troppo audace, ammettiamolo. Una Separazione è il primo film iraniano a vincere l’oscar come miglior film straniero. Tuttavia, se vai a Parigi per la prima volta, vuoi non vedere il Louvre? Ammetto che all’inizio ho avuto alcuni tentennamenti. Una coppia progressista, civile, laica, è sul punto di separarsi perché la moglie intende lasciare l’Iran una volta per tutte. Il marito, al contrario, è fermamente intenzionato a restare perché deve badare al vecchio padre, affetto da Alzheimer. Quando viene ingaggiata una badante profondamente religiosa i guai aumentano e tutto sembra precipitare in un maelstrom di sfiga alla Iñarritu che mi ha un po’ interdetto: capitano proprio tutte a loro! Ma ben presto ci si accorge che ogni passaggio drammaturgico costituisce un meccanismo per nulla arbitrario se riferito al contesto e alle dinamiche sociali narrate.
Allora ti lasci trasportare completamente in quel mondo nel qual appartenere o sostenere un determinato stile di vita conduce a conseguenze molto concrete, soprattutto dal punto di vista dei legami affettivi.
Farhadi non si limita a dipingere, dal suo paese e nel suo paese, questa frattura fra le due anime della società iraniana che spesso incasella proletari e borghesi nei ruoli di tradizionalisti e modernisti; aggiunge altro. In un’intervista il regista ha spiegato come concepisca i propri film prima di tutto come storie che possano raggiungere qualsiasi spettatore, dall’Iran a Cuba. Niente di più vero perché il processo di separazione che il film narra – e che sì, richiama il conflitto culturale incarnato dalle due famiglie – potrebbe verificarsi secondo le stesse modalità in qualsiasi parte del mondo.
Prestate attenzione alla figlia adolescente della coppia, interpretata dalla figlia stessa di Asghar Farhadi. Più di tutti subisce il dramma del conflitto tra i genitori, perché sfruttata per esacerbare i rancori, per balcanizzare una situazione già di per sé complicata. La si mette in mezzo insomma ed è lei a rimetterci sempre. Le vengono (im)poste delle domande che per età e inesperienza non è in grado di soddisfare.
Ciononostante la giovane Tarmeh sarà chiamata a rispondere a una domanda ben precisa, e qui vi rimando a uno dei finali a mio parere più struggenti degli ultimi anni.