Viaggio in Cina: prima di partire

Viaggio in Cina, prima di partire www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan
Viaggio in Cina, prima di partire

La scelta della destinazione

Quattro mesi dalla partenza. La scelta nel nostro viaggio in Cina parte proprio da qui. Dalla Cina rurale, antica, classica, quasi medievale.

È già da un po’ di giorni che me ne sto a surfare sul web guardando badilate di fotografie scattate da fotografi improponibilmente bravi per cercare di capire quale sarebbe stata la prossima bandierina sulla mappa dei posti visti nel mondo da me e Sara. 

Me ne sto con la testa a Ovest: ah, America, quanto sei bella e quanto ti ho adorato nei miei viaggi passati. Poi vedo la fotografia di un paesaggio e penso: voglio andarci! senza neanche sapere in che continente fosse quel paesaggio così unico ( beata ignoranza), senza neanche figurare che era quanto di più lontano dal paese dello zio Sam.

La costruzione dell’itinerario

Una volta scoperto che si trattava di una remota area del Guangxi il primo scoglio da affrontare si trovava proprio nell’altra stanza, attaccata al suo computer: Sara. Proprio lei, la persona più filo-americana che conosca. Come persuaderla ad andare dal lato culturale e geografico più lontano dal mondo a stelle e strisce? Ok, dovrei convincerla della bontà della mia scelta. Ricordo di aver attinto a tutto il mio charme, cercando di giocarmi le mie carte migliori et voilà… permesso di decollo negato. Dannazione, sapevo non sarebbe stato facile. Meglio raggirarla, farla arrivare alla Cina un poco alla volta. Iniziamo da una serie tv. Marco Polo. Bene, le piace. Next step. Trovio una serie di immagini, le preparo una moodboard facendole capire che potrebbe fare una figata di foto. Bene, ce l’ho quasi fatta. Ma lei vuole fare un roadtrip. Beh qual’è il problema? Faremo un roadtrip in Cina! emmm… direi proprio di no. In Cina uno straniero non può guidare…step back. Sara non è ancora convinta del tutto. Provo l’arma del cibo. D’altronde lei adora i ristoranti cinesi italiani e la Cina si sa, è una delle nazioni con la cultura alimentare più esportata al mondo. Questo è un punto a suo favore…allora facciamo così. Mettiamo pro e contro su un foglio di carta e vediamo se funziona. Miracolo, ha funzionato. Sara si è convinta. Andiamo in Cina. Andiamo nella Cina antica, quella iconica.

Adesso inizia il bello. Iniziamo dal Guangxi, ma la Cina è grande. Praticamente un continente, se consideriamo che da sola è quasi grande come tutta l’Europa. Allora inizio a pianificare: perché non andare a vedere la grande muraglia, poi c’è Pechino, ah la città proibita, poi c’è l’esercito di terracotta, la Cina sub-mongolica, i grandi deserti dell’ovest, il Sichuan, il sud est, ci sarebbe anche Hong Kong e Macau. E poi c’è il Tibet? Come non inserire il Tibet… “Ok, Cor”, mi apostrofa Sara, “lo sai che per un viaggio simile servirebbe un anno? Dobbiamo restringere il campo. Dobbiamo focalizzarci su un singolo progetto. Dobbiamo fare un lavoro fotografico che si focalizzi solo su una peculiarità di questo immenso quanto affascinante subcontinente”.

Sai che c’è di non nuovo? Sara hai perfettamente ragione (“come sempre”, aggiunge lei 🙂 ).

Il progetto fotografico

Allora ci mettiamo a far fumare i cervelli: dobbiamo cercare un progetto fotografico che abbia un senso. Ma come fare a riuscire a parlare di una nazione così vasta e complessa cercando di sintetizzarne un ragionamento, cercando di riassumerlo in una visione fotografica? A maggior ragione se si pensa che noi di certo non siamo né filologi né antropologi del paese del dragone. Già, decisamente troppo complessa da capire. Troppe contraddizioni. Basti vedere come sono in bilico fra l’antico quanto glorioso passato e la loro attuale visione futuristica…alt, Sara, aspetta un attimo. Ci siamo. Ecco l’idea del progetto fotografico. La Cina, il passato, il futuro. 

Non è infatti un segreto come la Cina oggi stia vivendo un’epoca di profondi cambiamenti. Da qualche decennio è infatti in atto un cambiamento radicale. Il governo infatti ha l’intento inurbare la maggioranza della popolazione, spostando centinaia di milioni di cinesi che vivono ancora una vita che segue il ritmo dei campi in città nuovissime, alcune addirittura costruite appositamente a tavolino per perseguirne l’intento. Ciò che ne deriva è che l’urbanizzazione e lo spopolamento delle campagne sta rapidamente portando all’estinzione di antichi mestieri e costumi a favore di uno stile di vita più moderno e decisamente più filo-occidentale. 

Da qui il progetto prende ancora più spessore: l’obiettivo è quello di narrare da un lato questa modernizzazione avanzante, dall’altro emerge l’urgenza di fermare questo inarrestabile e inevitabile cambiamento attraverso la fotografia. Probabilmente saremo fra gli ultimi fortunati a poter vedere un’aspetto della Cina che non esisterà più entro pochi anni.

Ecco che subitanea nasce l’idea di contrapporre la campagna del Guangxi ad una città ipermoderna. La più futuristica. La scelta è tanto semplice quanto scontata. Shanghai. Quindi facciamo un viaggio nel Guangxi e poi andiamo a Shanghai! Ma siamo in Cina, il viaggio è lungo. Cerchiamo di aggiungere qualcosa a queste due tappe. Qualcosa di intemedio magari. Qualcosa che faccia un po’ da ponte fra il nostro essere occidentali e il loro mondo così lontano. L’ideale sarebbe trovare un posto che ci traghetti lentamente alla cultura cinese e che non ci butti di forza, qualcosa che renda più dolce il passaggio. Ma…aspetta un’attimo. Lo so che non è Cina, perlomeno non lo è politicamente…ma questo posto c’è. Questo posto è Hong Kong. Ed ecco che il progetto prende la sua forma definitiva. 

Hong Kong, Guangxi e Shanghai. Stiamo arrivando!