Passaggio in India

Singham2

SINGHAM RETURNS di Rohit Shetty & Team (2011)

Perché continuare? Non lo so, Bajirao Singham sta diventando un’ossessione. Sì, il vindice degli oppressi ha anche un nome! Cosa spinge una persona a guardare il seguito di una pellicola insuperabile come il primo capitolo? Non ne avevo abbastanza di esplosioni, macchine scaraventate in aria e sequenze musical da mille e una notte? Evidentemente no. Dopo la prima scorpacciata avevo bisogno di fare davvero indigestione. Ed eccoci qui ad ammirare quello che potremmo definire un sequel/remake, un po’ come La Casa 2 lo è stato per la La Casa di Sam Raimi. La differenza sostanziale tra i due Singham, a livello di storia, è il fatto di ritrovare l’incorruttibile poliziotto a Mumbai alle prese con le difficoltà di una grandissima metropoli. Manca completamente la ragazza con la quale avrebbe dovuto sposarsi nel film precedente, sostituita da un’altra altrettanto desiderosa di convolare a giuste nozze con il benamato baffuto. Il canovaccio è lo stesso, ma maggiormente elaborato. Singham stavolta deve vedersela con una coppia di villain davvero spregevole. Baba è un sedicente guru che turlupina – a quanto pare – migliaia di poveri disgraziati, spalleggiato da Prakash Rao, un politico disgustoso e potentissimo. Assieme tengono in scacco l’intero paese con le loro attività criminali. La posta in gioco è quindi molto più alta perché Singham, all’indomani delle elezioni, deve proteggere il candidato che potrebbe, con la sue virtù, cambiare davvero le sorti dell’India. Sta diventando profondamente politico questa nuova puntata delle avventure di Singham! Poi però, fortunatamente, ci si ricorda lo scopo autentico del prodotto: intrattenere. E andiamo con scene d’azioni ancora più mirabolanti, una colonna sonora spaccatimpani che sottolinea tutti i passaggi, finendo per non sottolineare niente, e una sequela infinita di pugni, schiaffi e – stavolta – bastonate, da meritare la visione. Lo “spessore” dello script accompagna l’ambizione produttiva e realizzativa, nella quale viene introdotta  maggior violenza. In Singham Returns si spara molto e a un numero sempre più alto di persone. Vi consiglio di prestare attenzione alla scena che vede gli uomini di Baba e  Prakash Rao scatenare una tempesta di proiettili contro la polizia. Singham spara mitraglia a raffica senza un domani, ma i criminali sembrano non finire mai, come nella nella nota scena dei pagliacci che escono all’infinito  dal taxi. Incredibile. E non c’è da preoccuparsi, anche questo sequel non si lascia scappare la deriva da giustiziere della notte. Stavolta non solo il leone indiano decide di utilizzare mezzi impropri, ma è l’intero corpo di polizia a seguire gli stessi mezzi! In una sequenza enorme i poliziotti si riversano per strada senza uniforme mostrando tutti – e con tutti dico tutti – la canotta.

Singham Returns

In migliaia (milioni?) si riversano nel tempio di Baba per fargliela pagare. Ci riusciranno? Forse gli sguardi truci dei poliziotti incanottierati nell’immagine è un po’ spoiler. Spengo lo schermo satollo. Se devo fare un appunto forse  la storia d’amore passa un po’ in sordina, molto meglio quella imbastita nell’originale, ma non ho davvero niente di cui lamentarmi.

Appunti di viaggio:

  1. —>Niente terza tappa, oggi mi fermo qui. Il viaggio in India è stato particolarmente intenso. Luci, suoni, colori, musiche ed esplosioni. Credo di essermi calato fin troppo in quella realtà. Non sono sicuro sia saggio suggerire questo viaggio cinematografico. Sicuramente l’India offre molto altro e cominciare con le avventure di Singham è forse estremo, anche perché ti viene una voglia matta di menare ceffoni senza un motivo.