Journey of the Dead

Bonus Track

DIARY OF THE DEAD (2007)

Diary of the DeadRomero incontra le nuove tecnologie e si reinventa. Il passato è passato e anche lo zombie movie abbraccia una nuova tipologia di racconto. Un gruppo di studenti sta realizzando un film horror con al centro il morto vivente per eccellenza. No, non sto parlando di Gesù, ma della mummia. A ogni modo, scatta l’apocalisse zombi e loro si trovano nel mezzo. Il regista del film non trova di meglio da fare che documentare tutto. E quello che doveva essere un film di finzione tra i più triti, diventa un reportage giornalistico in tempo di guerra. Il gioco metatestuale è d’obbligo e sin dall’inizio si potrebbe avanzare il dubbio che sia tutta finzione, anche perché viene scomodato il celebre sceneggiato radiofonico di Orson Welles:War of the Worlds. Romero si adegua ai tempi e l’apocalisse non riguarda solo gli essere umani, ma anche i media. Il mainstream è morto – citando uno dei protagonisti – ora rimangono solo blogger e hacker. Ancora una volta George Romero dimostra non solo di aggiornarsi dal punto di vista del mezzo tecnico, ma riflette sulle implicazioni filosofiche che la democrazia digitale ha comportato. Certamente una maggiore possibilità di espressione, ma con delle controindicazioni. Il protagonista e regista del film nel film smette di interessarsi a ciò che avviene attorno a lui per concentrarsi solo sulla testimonianza, sulla restituzione di ciò che sta avvenendo. Tutto questo nell’ansia di raggiungere maggiori utenti possibile. È la volontà di rendersi utili, di informare, o il residuo di una ricerca ossessiva di visibilità? George Romero stava sul pezzo, come sempre. Il reportage documenta infine episodi di efferatezza prodotte dai pochi superstiti, introducendo nella discussione una domanda chiave: meritiamo davvero di sopravvivere?