Journey of the Dead

La festa dei morti

DAY OF THE DEAD (1985)

Day of the Dead31 Novembre si festeggia il giorno dei morti.Del tutto comprensibile quindi che i cari vecchi zombi vadano a fare baldoria, banchettando con ciò che resta dei vivi.

In questa terza tappa nel paese dei morti viventi il meccanismo carnevalesco è addirittura più accentuato. Ormai gli zombi sono gli unici ad abitare la superficie e i superstiti non possono fare altro che rifugiarsi sottoterra, in un’inversione di ruoli che è appunto tipico del Carnevale durante il quale, per un breve lasso di tempo, gli ultimi vestono i panni dei primi. Dopo la casa, il centro commerciale, ora l’avamposto degli ultimi umani è un bunker militare dove la miopia e la violenza dei soldati cozza contro l’arroganza degli scienziati che si sentono onnipotenti. Nel mezzo, cittadini normali, il cui unico desiderio è trovare un posto alla luce del sole, un’isola magari, dove vivere con tranquillità. Il tema dell’isola felice verrà esplorato dal Nostro in successivi lavori. L’elemento più rilevante, in sintonia con questa sagra di carne umana per zombi (Day of the Dead raggiunge livelli sublimi di splatter), è il cambiamento del punto di vista. Il living dead smette di essere solo uno specchio deformato dell’uomo per diventare un personaggio vero e proprio. Nel bunker uno scienziato impazzito – affettuosamente ribattezzato Dr. Frankenstein – è convinto di poter addomesticare gli zombi. É diventato talmente intimo con uno delle sue cavie da avergli dato un nome: Bub. Il vivace morto vivente viene addestrato come un cane, con annessi premi di carne umana per gli esercizi ben compiuti. A poco a poco, Bub prende un minimo di coscienza, tanto da ricordare altre azioni che lo caratterizzano in vita, come l’utilizzo della pistola. Forse era meglio insegnargli a riportare un bastone…