I left my heart in Tarifa

Nel mio precedente post su Kiruna vi avevo accennato di come i luoghi di confine esercitino su di me un fascino assolutamente unico. Di questa categoria fa sicuramente parte Tarifa, nella provincia di Cadice in Andalusia, che è il punto più meridionale del continente europeo oltre che quello in cui il Mar Mediterraneo incontra l’Oceano Atlantico.

Come tutta la regione (e la Spagna in generale) è ricca di cultura, con influenze romane, arabe (il nome deriva da quello del comandate berbero Tarif ibn Malik) e cristiane. A causa della sua posizione è stata oggetto di numerose battaglie tra Arabi e Spagnoli. Di fatto è la porta sul Marocco che dista solo 13 km. Le città di Tangeri e Ceuta (enclave spagnola nel continente africano) sono velocemente raggiungibili in aliscafo. Questo interessante mix culturale è riscontrabile nella cucina (oltre a locali di cucina marocchina, influenze arabe si possono trovare in molti piatti) e nell’architettura: la maggior parte della abitazioni infatti presentano la struttura tipica del rhiad con freschi cortili ricavati all’interno dei palazzi.
Oggi è decisamente preponderante la componente cattolica, come ho avuto modo di vedere durante una delle numerosissime processioni che si susseguono nelle serate estive andaluse.

Il centro cittadino si presenta come il classico paese del sud della Spagna: un fitto labirinto di stretti vicoli tra abitazioni si apre su piccole piazze che durante le sere d’estate si animano letteralmente invase da turisti.

Anche se una volta la città viveva sopratutto di pesca, oggi è a capitale del kite surf favorita dalla presenza del vento di levante che spira tutto l’anno da ovest e attira un elevato numero di turisti, sopratutto in primavera ed estate. La leggenda narra che nel passato il vento fosse così forte ed incessante da indurre alcuni residenti al suicidio. Al di là di questo macabro particolare, Tarifa è veramente il paradiso per gli appassionati di sport acquatici, principalmente kite surf e wind surf. Playa los Lances, 7 km di sabbia bianca bagnata dall’Atlantico, è la spiaggia cittadina e si estende da Punta de la Peña fino a Punta de Tarifa. Fate attenzione ai kite quando camminate sulla spiaggia, hanno la precedenza :-).


Spostandosi verso ovest si incontrano altre tre spiagge che devono essere assolutamente visitate Playa Chica e Playa de los Lances ma soprattuto Playa de Bolonia, un luogo incantato con le dune di sabbia che, spinte dal vento, arrivano fino al mare, e delle splendide rovine romane.


Se avete pianificato un viaggio in Andalusia, Tarifa non può assolutamente mancare tra le vostre tappe. Sta sicuramente subendo un processo di “massificazione turistica” che rischia di intaccarne in parte il fascino, ma se si è abbastanza attenti da evitare i ristoranti e gli hotel più turistici si riesce a percepire un’atmosfera unica, sia legata al sua natura di luogo di confine e di melting pot culturale sia alla libertà e all’easy way of life che trasmettono i numerosi surfers che affollano le spiagge.

2 Comments

  • Sono stata a Tarifa anni fa. Ricordo i vicoli, il labirinto… città speciale, como cuasi tutta Andalusia. Se confronto quel que succede in Andalusia vs altre parti della Spagna, c’é qualche cosa di diverso, forse per la presenza secoli indietro dei musulmani. Per scattare foto é un luogo pieno di vita, persone curiose, e favolosi paesaggi…

    • Ciao Lorenza,
      grazie per il commento. Concordo in pieno con te su quanto sia speciale questo posto 😀

Comments are closed.