H for Hollywood

Pitch

I PROTAGONISTI di Robert Altman  (1992)

Come nasce un film? Tutto parte dall’idea, da una frase, da un concetto che possa attirare l’attenzione del pubblico. Ma soprattutto l’interesse dei produttori, coloro che nell’industria cinematografica hanno potere di vita e di morte sui progetti che vengono loro sottoposti. Li chiamano elevator pitch, croce e delizia per qualsiasi regista o sceneggiatore che tenta il tutto per tutto pur di convincere un produttore a investire sul suo film. Bisogna acchiappare il momento giusto, nei brevi attimi di pausa di questi personaggi odiosi e poco disposti ad ascoltare, per raccontare l’idea, magari nel breve tragitto di un ascensore. Questo è il pitch, poche parole che possono elevare i sogni di un filmmaker o gettarlo nella più nera disperazione.

I protagonisti di Robert Altman è infarcito di pitch, idee e spunti che poveri disgraziati in cerca di gloria cercano di vendere al produttore di turno. Nel caso specifico si tratta di Griffin Mill –  Tim Robbins – un rampante e giovane produttore con un grande potere decisionale. Ma la sua forza e il suo prestigio sono minati da minacciose lettere che uno sconosciuto gli invia periodicamente. Cosa vuole da lui e, soprattutto, chi è? Forse è uno dei tanti scrittori che Griffin ha bellamente trascurato? Qualcuno a cui ha cassato un progetto? Niente di più semplice, perché negli ambienti degli studios non puoi che allevare nemici. Griffin deve assolutamente risolvere il problema, ma quando pensa di aver individuato il suo uomo, allora le cose cominciano davvero a precipitare. Ma, andiamo, è Hollywood, davvero possiamo aspettarci che non vi sia il lieto fine?

Altman è stato un sovvertitore, un anarchico in grado di ritagliarsi uno spazio nell’industria cinematografica americana nonostante la fama, appunto, di iconoclasta. E ripensando alla sua carriera è davvero così: dal western alla fantascienza, dal noir al film bellico, Altman ha sempre ribaltato le regole del genere con ironia e intelligenza, offrendoci un punto di vista inedito e molto spesso divertente e divertito. I protagonisti è una satira sulla macchina dei sogni, sull’industria che ha dato vita ai generi e sforna ogni anno innumerevoli pellicole. Griffin Mill rappresenta un ingranaggio di questa mastodontica macchina di sogni e soldi. Cinico, bugiardo ed egoista, Mill deve combattere ogni giorno con colleghi pronte a farlo fuori, non solo metaforicamente. Ed è forse per questo che non puoi aspettarti un esito positivo nella sua vicenda personale.

Ma nei film di Altman niente è ciò che sembra. L’industria del cinema inghiotte tutto. Nel corso della narrazione Griffin approva il progetto di un film forte e indipendente che doveva essere realizzato con attori di basso profilo per non oscurare la forza dello script. Immancabilmente  viene girato con nomi di grido e un esilarante lieto fine dopo una escalation incredibile di dolore. Forse che anche i crimini reali vengono triturati e assorbiti nel rutilante universo di Hollywood?

Appunti di viaggio:

  1.  —> Raccontando il mondo del cinema non potevano mancare cameo illustri. Tra i tanti: Burt Reynolds, Julia Roberts, Bruce Willis.
  2.  —> I protagonisti si apre con un lungo piano sequenza durante il quale i personaggi nel corso della scena dibattano proprio di celebri piano sequenza. Altman ci introduce subito all’argomento del film: il parlarsi addosso.