Fotografare le chiese islandesi

Fotografare le chiese islandesi www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan
Fotografare le chiese islandesi

Vi chiederete: perché mai un articolo su come fotografare le chiese islandesi?

Quando viaggiamo in una città o in un paese per la prima volta, io e Corrado visitiamo sempre le chiese ed i cimiteri del luogo. Non per qualche fanatismo religioso che è molto lontano dal nostro essere, quanto piuttosto per la misticità che permea quei luoghi. Passeggiando infatti per le navate di una chiesa o per i sentieri di un cimitero, mi ritrovo a pensare all’eternità, al tempo e alla storia. Da brava sceneggiatrice di film mentali quale sono, mi immagino chi prima di me ha camminato dove sto camminando io, la storia della vita di quegli uomini o quelle donne che giacciono lì per sempre e alle persone che ritroveranno i resti delle loro tombe magari fra migliaia di anni.

Ok, potete anche dire che sono una weirdo, ma in questo caso penso che molte persone siano affascinate da questi luoghi che oltretutto sono soggetti perfetti per essere fotografati. Inoltre le chiese sono un comune denominatore della cultura di uno stato: attraverso queste infatti si può capire molto dell’arte, degli usi e dei costumi di un popolo. Ecco quindi il perché di questo articolo.

Fotografare le chiese islandesi www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan

Le chiese islandesi sono soggetti molto affascinanti. La maggior parte di esse si trova lontana dalle case, su campi o colline verdeggianti. La cosa strana è che si trovano anche chiese molto moderne con un’architettura quasi futuristica, che di sicuro non ti aspetteresti di trovare in una terra in cui sono ancora molto diffuse storie sull’hidden folks, una popolazione magica composta da elfi e fate.

Una derivazione dai miei studi classici che applico sempre anche in fotografia è la seguente: partire dal generale e via via andare ad analizzare in particolare. Suggerisco quindi anche a voi di utilizzare questo approccio.

1- CAMPO LUNGO

Fotografare le chiese islandesi www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan

Che sia fatto utilizzando un grandangolo o un teleobiettivo, il campo lungo per fotografare le chiese islandesi ha sempre il suo perché. Come dicevo precedentemente spesso le chiese in Islanda si trovano lontano da altri edifici e sono isolate in mezzo al niente. Per sottolineare questo senso di staticità e di solitudine eterna, niente di meglio che un bel campo lungo dove la chiesa appare isolata in mezzo alla natura islandese.

2- TEMPI LUNGHI

Fotografare le chiese islandesi www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan

Utilizzare dei filtri ND per poter allungare l’esposizione della nostra reflex ci consente di poter esaltare il movimento dei fili d’erba al vento e soprattutto delle nuvole che in questo modo acquisiscono un maggiore dinamismo (ovviamente a patto che queste ci siano). Chiaramente tempi lunghi portano con sé l’immancabile cavalletto, onde evitare che la nostra foto della chiesetta si trasformi in un quadro impressionista 😉

3- AVVICINARSI PER GIOCARE CON L’ARCHITETTURA

Fotografare le chiese islandesi www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan

Come nella foto della chiesa di Akureyri, il grandangolo ci può essere utile per sottolineare la maestosità dell’edificio. Se poi siamo abbastanza fortunati da trovare dei nuvoloni che rendono la nostra fotografia ancora più drammatica, beh, direi che è uno scatto abbastanza obbligato. Come già detto, l’architettura delle chiese islandesi è in continuo bilico fra chiese dall’aspetto moderno, linee pulite, geometrie e materiali contemporanei quali il cemento armato e, dall’altra parte, chiese dal sapore rurale, tetti a falda, linee semplici, erette con legno e lamiera.

4- MINIMALISMO E GEOMETRIE

Fotografare le chiese islandesi www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan

 

Usare un teleobiettivo ci consente di rendere le scene più piatte e bidimensionali e giocare con delle composizioni minimali che astraggono dal soggetto rappresentato per diventare altro. Chi mi conosce sa che adoro il teleobiettivo e che il minimalismo è nelle mie corde, quindi mi sono veramente divertita nel trovare nuovi modi per fotografare soggetti che sono stati fotografati da migliaia di fotografi diversi.

Fotografare le chiese islandesi www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan

5- ESPLORARE I DINTORNI

Fotografare le chiese islandesi www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan

Anche i cimiteri possono regalarci delle immagini molto poetiche. In questo caso raccomando una cosa su tutte (che dovrebbe essere una massima di tutti i fotografi in tutte le situazioni): portare sempre rispetto al luogo. Nonostante noi fotografi spesso tendiamo a dimenticarci del mondo intorno a noi nel momento in cui stiamo scattando, dobbiamo qui ricordare che siamo in un campo santo, in un luogo dove sono sepolte delle persone care a qualcuno ancora in vita. Quindi evitiamo di salire sulle lapidi o di appoggiarci a statue solo per poter realizzare la fotografia che più ci aggrada.

Fotografare le chiese islandesi www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan

6- TRARRE IL MEGLIO DALLA SITUAZIONE

Non c’è niente di peggio per un fotografo che prepararsi e pianificare una fotografia per poi vedersela sottrarre sotto gli occhi dalla situazione contingente. È quello che stava succedendo a noi a Budir, la famosissima chiesetta nera.

Quando siamo arrivati ci siamo accorti di non essere gli unici fotografi che volevano fotografarla.

Scesi dall’auto sentivo un po’ di malcontento tra questi ultimi che si lamentavano di qualcosa, ma ancora non avevo capito che cosa. Poi ho capito: a causa di un matrimonio che si sarebbe celebrato il giorno seguente, c’era un imbianchino che stava ripitturando di bianco la staccionata ed infissi della chiesa. Una gran cosa per il fotografo del matrimonio del giorno seguente, che si sarebbe ritrovato a fotografare in una location tirata a lucido, ma un po’ meno per i fotografi che, con ogni probabilità, si sarebbero trovati in quel luogo una sola volta nella vita e che si ritrovavano la loro fotografia rovinata da dei lavori in corso.

Fotografare le chiese islandesi www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan

Invece di lagnarmi come facevano tutti ho deciso di prendere in mano la situazione e ho fatto conoscenza con l’imbianchino, che naturalmente non parlava una parola d’inglese. Non so come abbia fatto, dato che non parlo islandese e di solito non sono la persona più socievole del mondo, ma ci siamo messi a chiacchierare e ho deciso di fargli un ritratto. Lui all’inizio era molto molto sorpreso del fatto che volessi fotografare lui, ma poi si è divertito e mi ha concesso di ritrarlo. Infine ci ha concesso anche un po’ di tempo per fotografare la chiesa senza che scala e altri strumenti ci rovinassero lo scatto. Che dire… la gentilezza ripaga sempre!

Fotografare le chiese islandesi www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan