Fotografare il Golden Circle

Fotografare il Golden Circle - www.ishoottravels.com your ticket to travel photography. Blog di fotografia di viaggi. © Galli / Trevisan
Fotografare il Golden Circle

Il Golden Circle rappresenta, forse più di qualsiasi altra, l’escursione per eccellenza di tutta l’Islanda. Sono pochi i viaggiatori che non la inseriscono nel loro itinerario. Il motivo è ben presto spiegato. A circa due ore di auto da Reykjavik è un’escursione di circa 300 km che può essere fatta in giornata, restando come base nella capitale. Il percorso si snoda su una strada che completa un anello, da cui prende il nome. Lungo questa strada possiamo trovare una sintesi della meravigliosa natura islandese.

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Come raggiungere il Golden Circle

Raggiungere il Golden Circle è molto semplice, innanzitutto perché, essendo una zona dal forte impatto turistico, è molto ben segnalata ed infrastrutturata.

Per chi volesse visitare il Golden Circle partendo da Reykjavik le strade possibili sono due:

  1. prendere la Ring Road in direzione nord e, una volta superato il paesino di Mossfellsbaer imboccare, sulla destra la strada n.36 che costeggia il Pingvellir.
  2. prendere la Ring Road, questa volta in direzione sud/est e, una volta giunti al paese di Selfoss (da non confondere con l’omonima cascata che si trova in tutt’altro posto), imboccare sulla sinistra la strada n.35. 

A chi viene da sud est (ovvero dalla parte opposta di Reykjavik) consiglio di guardarsi il nostro diario di viaggio.

Cosa vedere

Benché ci siano svariati punti di interesse, il Golden Circle vanta tre must see, assolutamente da non perdere; Þingvellir, Geysir, Gullfoss.

Þingvellir

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È il sito storico più importante di tutta l’Islanda. I vichinghi vi formarono il primo parlamento democratico del nord Europa, l’Alpingi, nell’anno 930 d.C. Ogni discussione importante che riguardasse l’Islanda iniziò ad essere discussa in questa pianura. Il tutto si svolgeva all’aria aperta. L’assemblea, che si teneva annualmente, era un evento sociale di grande rilievo, con nutrita presenza di commercianti e artisti. 

Benché sia un sito di grande rilevanza storica non aspettatevi di trovarvi in un sito archeologico, piuttosto il sapore è quello di un grande parco naturalistico. 

L’area è molto bella, in quanto si trova in una posizione di grande impatto, in un’immensa vallata di fiumi e cascate, creata dall’incontro della placca tettonica euroasiatica con quella nordamericana.

La nostra esperienza non è stata assolutamente delle più positive. Sopraffatti da orde di turisti, ci siamo infatti trovati in una situazione che ci ha spiazzato. Tuttavia Þingvellir resta molto bella visivamente e con diversi spunti interessanti da un punto di vista fotografico. Fra tutti il più spettacolare è la cascata di Öxarárfoss (l’immagine di copertina dell’articolo), situata sul lato settentrionale dell’Alpingi. Piccola come portata e come altezza (rispetto ad altre più blasonate cascate islandesi) è una vera e propria perla. Estremamente fotogenica presenta un comodo pontile che offre uno splendido punto di vista.

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Geysir

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Quando si pensa all’Islanda, nell’immaginario collettivo, una delle prime cose che ricorrono alla mente, è Geysir, la sorgente calda da cui tutti gli altri geyser del mondo hanno preso il nome. Tuttavia la brutta notizia è che il grande Geysir dal 1916 non sembra che dare qualche raro segno di vita. Non demoralizzatevi perché lì accanto si trova suo fratello minore: Strokkur. Certamente più piccolo, ma decisamente più affidabile. È raro che si debba aspettare più di 10 minuti per vederlo ribollire ed infine eruttare un getto d’acqua bollente alto dai 15 ai 30 metri.

Il sito, anche in questo caso, è estremamente infrastrutturato e ricco di turismo. Vi capiterà, con molta probabilità di trovare il parcheggio (quello a fianco del modernissimo centro visitatori) pieno di auto e pullman e un cordone di persone armate di macchine fotografiche e cellulari tutte attorno al geyser.

Vedere la terra borbottare, il fango ribollire e l’acqua esplodere è sicuramente un’emozione fortissima, anche per chi come noi, non ha conoscenze scientifiche.

Purtroppo la stessa emozione non siamo riusciti a ritrovarla, o a trasmetterla, nelle nostre fotografie. Abbiamo provato diversi approcci, sia cercando di scattare in dettaglio il geyser, proprio l’istante prima che eruttasse, sia cercando un’inquadratura più ampia, cogliendone la massima estensione. Probabilmente non era il momento giusto della giornata, ma il nostro piano di marcia prevedeva un’altra meraviglia Islandese da cogliere prima che facesse buio.

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Gullfoss

La Cascata d’Oro (questa è la traduzione del nome islandese) è la più famosa e visitata d’Islanda. Si getta con uno spettacolare doppio salto per 32 metri sollevando un’immensa nuvola di vapore acqueo che risale dal magnificente canyon.

Ironicamente, pur essendo la più visitata, è anche la più difficile da fotografare a causa della sua posizionata incastonata nel canyon. Questo fa sì che non vi sia mai un momento della giornata in cui la luce sia perfetta tout court. Paradossalmente verrebbe da pensare che le giornate nuvolose, grigie e piovose, possano risolvere il problema. Invece in questi casi la foschia potrebbe avvolgere la cascata, lasciandoci delusi.

Trovare dei buoni punti di vista, parlando di composizione e di luce, non è affatto semplice. Questo anche perché dove paradossalmente potrebbero esserci, il vapore generato dalla cascata crea una pioggia 24 ore al giorno, 7 giorni su 7. Per questo motivo preparatevi a bagnarvi e siate prudenti con la vostra attrezzatura.

Inoltre a causa della sua posizione non c’è un punto dove si riesce a vedere la fine della cascata. Naturalmente parlo del percorso tracciato. Noi abbiamo scelto di rispettarlo e di rispettare la natura islandese. 

La nostra fotografia ha prediletto la composizione rispetto all’illustrazione. Infatti nella nostra immagine non si vede per intero il doppio salto (quello che vedete è il secondo dei due). 

Un’ultimo consiglio è quello di non dimenticarvi filtri ND (se desiderate creare un effetto seta dell’acqua ) e filtri GND (per bilanciare al meglio il dynamic range. Per approfondire questo argomento, se ancora non l’avesse fatto, suggerisco di leggervi i capitoli sui filtri I e II.

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