20 Regole di Composizione: I Parte

fotografia regole di composizione
20 Regole di Composizione: I Parte

Benché abbiamo già parlato delle regole di composizione nella sezione Get Started nei prossimi articoli parleremo ancora di questo argomento. Non è mai sufficiente conoscere nuove regole e, perché no, rispolverare quelle che già si sanno. Le regole di composizione infatti rappresentano quella sorta di zona di comfort nella quale sappiamo, con scientifica certezza, che riusciremo ad ottenere un’immagine accattivante, almeno dal punto di vista visivo.

L’importanza di conoscere queste regole (e di saperle infrangere) è indiscussa. Se infatti è vero che un’immagine che rispetta determinati canoni estetici può essere matematicamente ben riuscita, è altrettanto vero che saper far proprie tali regole ci consente di uscire dal percorso con una certa dose di consapevolezza. In fin dei conti è proprio la consapevolezza ciò che più distingue un bravo fotografo da una persona che, vuoi per il caso, vuoi per la fortuna, è riuscito a fare un bello scatto.

A tal proposito ricordo una lunga discussione avuta con Sara su una fotografia che è diventata virale i primi giorni del 2017. Questa fotografia è stata a lungo al centro di un dibattito nel quale questo scatto è stato definito perfetto dal punto di vista compositivo. La discussione fra me e Sara è andata un po’ oltre. Sara sosteneva che questa composizione è uscita casualmente dalla macchina del fotografo che trovandosi sulla scena l’ha ripresa e tutto il resto è stato costruito ad hoc da teorici e critici. Io al contrario sostenevo che, benché possa essere vero che vi sia stata una fortunata coincidenza di eventi, è altrettanto vero che chi studia e impara le regole fino a riuscire a farle proprie, arriva ad un grado di conoscenza molto elevato. A quel punto non deve più pensare “ah ok, ora inquadro la scena in questo modo, da questo punto di vista, così riesco a rispettare la Spirale Aurea”. Succede e basta. Agisce quasi a livello inconscio. Un po’ come un bravo musicista che improvvisa un assolo muovendosi su una determinata scala. Ovviamente il musicista conosce tale scala, anche se, nel momento in cui sta improvvisando, non ci pensa in senso stretto agendo quasi d’istinto. Questo perché il bravo musicista conosce le regole musicali così a fondo, avendole studiate e fatte sue, da poterle usare quasi “involontariamente”. Un bravo fotografo deve riuscire ad arrivare al livello del musicista dell’esempio. In altre parole deve aver interiorizzato l’estetica al punto da riuscire ad usarla (o infrangerla) a piacimento, quasi senza doverci pensare.

In questa serie di articoli vorrei analizzare 20 regole di composizione fotografica che ritengo fondamentali per imparare a comporre correttamente.

1. PUNTO DI VISTA

fotografia regole di composizione

Siamo noi i fotografi. Siamo noi che dobbiamo offrire un punto di vista corretto sul mondo. Siamo noi, in altre parole che dobbiamo offrire una visione del mondo che “gli altri” non hanno.

Il punto di vista è in fotografia è una delle prime cose che contano. Un punto di vista “giusto o sbagliato” può fare la differenza fra una fotografia brutta ed una accattivante.

Nella fotografia del gabbiano il mio punto di vista era circa all’altezza dell’occhio del gabbiano. Ciò mi ha permesso di creare un buon equilibrio fra il soggetto e la baia di S.Francisco sullo sfondo. Perché ho scelto esattamente questo punto di vista? Innanzitutto un punto di vista troppo dal basso avrebbe sì reso l’animale più statuario e imponente, ma avrebbe escluso l’acqua, elemento determinante per quest’immagine. Se viceversa avessi inquadrato troppo dall’alto l’animale sarebbe parso troppo “schiacciato” sul muretto. L’altra discriminante che mi ha portato a scegliere esattamente questo punto è stata la linea della collina, lontana sullo sfondo ma in stretto dialogo con l’animale. Non volevo che questa “tagliasse” in due la testa o il corpo. A volte la differenza fra un buon punto di vista ed uno meno buono è davvero una questione di millimetri.

2. NUMERI DISPARI

fotografia regole di composizione

La regola dei numeri dispari suggerisce semplicemente di comporre una fotografia contenente un numero di soggetti dispari, in quanto un numero dispari è più interessante di un numero pari. Questa regola aiuta a comporre una foto in modo piacevole agli occhi e al cervello. Mentre un numero pari, ad esempio quattro o due, creerebbe una sorta di “competizione” fra i soggetti della foto, il numero tre tende verso un bilanciamento armonioso (non a caso 3 è il numero perfetto). Cinque o sette soggetti sono già molti, rendendo l’immagine sicuramente più caotica e di difficile lettura rispetto al numero tre. Questa regola ovviamente non significa che non si dovrebbe scattare una fotografia di un singolo soggetto o di una coppia all’interno di una fotografia. Inoltre la regola dei numeri dispari consente anche di cercare un triangolo compositivo degli elementi. Il triangolo è decisamente un elemento geometrico che crea una sorta di correttezza compositiva. Questa regola è particolarmente utile quando ci troviamo a fotografare in situazioni in cui vi è una moltitudine di soggetti simili. Nel mio caso su questa chiatta vi erano un numero imprecisato di leoni di mare. La scelta di inquadrarne solo tre è stata presa proprio perché un’inquadratura più larga avrebbe aumentato il senso di confusione senza nulla aggiungere alla storia di questi tre micioni marini intenti nella loro attività preferita: oziare.

3. RIEMPIRE L’INQUADRATURA

fotografia regole di composizione

Questa è un’altra regola tanto semplice quanto efficace. Non c’è molto da dire oltre il nome della regola stessa: riempi l’inquadratura.

Spesso un’immagine non è interessante perché il nostro soggetto è così lontano da risultare difficile da distinguere rispetto agli elementi che lo circondano. Basta avvicinarci di qualche passo o semplicemente “zoomare” sul nostro soggetto e immediatamente l’intenzione diventa più chiara e l’immagine si “pulisce” da elementi inutili che aggiungono disordine senza raccontare nulla.

In questa fotografia ho voluto giustapporre due elementi che raccontano bene lo spirito americano. Da una parte la bandiera a stelle e strisce e dall’altra la borsa di New York. In questa foto non c’è spazio per altro. Niente strade, niente persone, niente cieli né palazzi. Solo queste due icone che si spartiscono in egual misura l’inquadratura.

 4. VERTICALE O ORIZZONTALE

fotografia regole di composizione

Il nostro retaggio di animali e il nostro arcano spirito di sopravvivenza ha fatto sì che la vista umana sia più orientata verso una visione orizzontale, consentendoci di percepire maggiormente eventuali minacce che ci circondano. Nonostante questo le nostre reflex sono progettate per permetterci di creare immagini orizzontali o verticali. Benché ognuno di noi sviluppi con il tempo una particolare predilezione per un formato o l’altro sarebbe un errore non scegliere l’orientamento giusto in base quello che vorremmo comunicare con una determinata immagine.

Ma quando scegliere se orientare la nostra macchina fotografica in orizzontale e quando in verticale? In linea generale corre in aiuto la definizione “all’americana” che viene data alle immagini. Gli americani infatti definiscono “landscape” (ossia paesaggio) le immagini orizzontali e “portrait” (ossia ritratto) le immagini verticali. Questo a prescindere se stiamo effettivamente fotografando un paesaggio o un ritratto. Quindi, stando alla definizione all’americana, il formato orizzontale tende ad essere più adatto ai paesaggi, mentre quello verticale alla figura umana. Tuttavia nessuno ci vieta di fare un ritratto in formato “landscape” (orizzontale) e di fotografare un paesaggio in formato “portrait” (verticale).

Come regola generale l’orientamento verticale è ideale quando la nostra composizione ha uno sviluppo verso l’alto, mentre viceversa quello orizzontale quando la composizione è in larghezza.

Ho scelto di inquadrare la hall d’ingresso dell’Empire State Building in verticale poiché volevo trasmettere la sensazione di altezza anche in una fotografia d’interno, quasi a voler simulare l’esterno del grattacielo. Un’inquadratura orizzontale avrebbe sicuramente fatto sembrare più ampi gli spazi, senza però trasmettere la sensazione di vertigine.

 

 

Queste sono solo le prime 4 di 20 regole che spero possano aiutarvi nella composizione delle vostre fotografie. Troverai qui la II Parte